Per le strade si parla di Pro. Maestro, mi dice perché?

Il commento di Alan Tonetti

Ieri pomeriggio camminavo per le strade di Busto Arsizio come ho fatto mille volte ma come non mi capitava da tempo, da tempo non mi capitava nemmeno di sentire parlare di Pro Patria tra la gente comune: «Quando accade – raccontava uno dei miei più grandi maestri – è segno che qualcosa di grande sta accadendo». «Possono vincere il campionato, quel Javor lì è buono, mica come quello dell’anno scorso» sentivo dal bancone di un bar.

Caffè? Mi sono avvicinato anche io al bancone, ed erano effettivamente preparati, per quanto fossero chiacchiere da bar, ma più di tutti il signor Santino ha detto qualcosa che mi ha fatto riflettere: siamo più stupìti che il Darfo Boario abbia perso a Grumello o che abbia avuto una striscia positiva di 15 partite con 5 vittorie nelle ultime 5 gare prima dell’ultimo weekend o che domenica scorsa abbia perso a Grumello? Ha ragione, forse abbiamo reso la squadra della Val Camonica più forte di quella che è, forse non c’è partita. Il girone di andata è praticamente finito con la prossima gara, avendole viste tutte non ne troviamo una più forte dei biancoblù; il Rezzato? Indietro 7 punti e certo non in un momento di forma dove può pensare di recuperarne piuttosto che perderne. Il Darfo? Ne parliamo dopo domenica. Il Lecco? Quello visto alla prima giornata allo Speroni era tutto meno che trascendentale, anche se adesso arriva da un bel filotto è in ritardo di 8 punti dai bustocchi che, qualora ce ne fosse stato bisogno, hanno giocato l’ennesima partita dove la forza del gruppo è venuta fuori, dove Mozzanica sostituisce Pettarin squalificato sotto il sorriso compiaciuto di Turotti che si rende conto, ogni giorno di più, di aver attrezzato una squadra che, diciamolo, può e forse deve vincere direttamente il campionato per approdare in Serie C, perché ha un allenatore e una dirigenza che puntano in alto e perché, in fondo, ha ragione Santino: «Ma di cosa ci stiamo stupendo?». Caffè, grazie.