Una partita non giocata. Che sia stimolo per il futuro

Il punto di Emanuele Barbati

Fa bene mister Alessandro Marzio a non essere soddisfatto dello 0-0 ottenuto dalla Varesina, perché contro un Varese piuttosto in difficoltà era lecito aspettarsi qualcosa di più.

Soprattutto alla luce delle ultime prestazioni, con il primo tempo della sfida con il Como che andava preso come esempio e replicato – come auspicato dal tecnico rossoblù. E invece si è assistito a una partita noiosa e bloccata, dove i più pericolosi sono stati i padroni di casa, però senza dare la sensazione di poter spaventare più di tanto Vaccarecci. Il primo tempo rossoblù del Franco Ossola è stato un non-tempo, con le fenici in difficoltà nella gestione della palla e incapaci di innescare le punte, autrici di una partita opaca. Shiba e Broggi ancora più di Giovio, che almeno ha calciato per due volte in porta tra il primo e il secondo tempo, dove la Varesina è sembrata un po’ più presente in campo.

Una parte del merito va data a Osuji, giocatore di una caratura nettamente superiore ai valori di questa categoria che le fenici sono state brave ad arruolare tra le proprie fila. Spunti, corsa, recuperi e quell’eterna voglia di incidere che il pubblico biancorosso non può aver ignorato; perché Willy incarna quel passato glorioso distante anni luce dalle promesse non mantenute ascoltate negli ultimi tempi dalle parti di Masnago.

Tornando alle difficoltà vissute dalla Varesina, si è sentita l’assenza dello squalificato Giglio. L’ex Verbania si è ritagliato un ruolo chiave nella formazione rossoblù, perché ha tutto per giocare davanti alla difesa: visione, tecnica, fisico e esperienza, ciò che manca alla maggior parte degli altri (giovani) centrocampisti. Ma al di là delle mancanze tecnico-tattiche, la Varesina è sembrata priva della convinzione di poter fare di più contro un Varese alla propria portata. E quando ti mancano approccio e spirito diventa tutto molto difficile. Che la partita contro i biancorossi possa spronare il gruppo rossoblù a chiedere ancora di più a se stesso, perché le qualità e le possibilità ci sono.