Varese, non è (mai) finita

Tanta fatica ma contavano solo i tre punti. Arconatese piegata all’86’ da Palazzolo, le capolista si fermano: biancorossi, siamo ancora vivi

Una prima istantanea del pomeriggio del Franco Ossola: il Varese vive di piccole cose, di piccoli gesti, di piccole grandi emozioni, e una di queste è aver regalato al grande Rinaldo, inossidabile tifoso biancorosso, una vittoria per festeggiare oggi al meglio il traguardo degli 85 anni.

Non poteva esserci modo migliore se non una vittoria per concludere una giornata che si era aperta sul campo con la premiazione, per mano di Piero Galparoli e Paolo Basile, proprio del Rinaldo – felice, commosso e orgoglioso – a cui è stata regalata una maglietta del Varese (con il nome e il numero 85 sulla schiena) prima del fischio d’inizio.

Poi è arrivato un successo brutto, sporco, necessario e vitale per riprendere aria e quota. Il Varese doveva vincere e ha vinto, per una volta non importa molto il come.

Pochi dubbi sul fatto che abbia meritato (16 tiri a 3, 8 in porta contro 1, 11 corner contro 2: ogni tanto le statistiche hanno il loro significato), pochi dubbi anche sul fatto che serve qualcosa di più per spostare la squadra di Iacolino dal reparto dei degenti. Contro un’Arconatese colma di assenze, oltre a essere una neopromossa, i biancorossi hanno trovato il gol con Palazzolo soltanto ad una manciata di minuti dal fischio finale. È il terzo successo in campionato, il terzo consecutivo in casa (non sono ancora arrivati i tre punti lontano da Masnago), ma finora alle precedenti vittorie hanno sempre fatto seguito due sconfitte, contro Inveruno e OltreVoghe.

Quindi niente illusioni e niente resurrezioni, la strada per la guarigione del Varese è ancora lunghissima.

Una seconda istantanea: Hernan Molinari, arrivato e atteso come uomo-gol di questo Varese, esce chiedendo scusa a tutto il pubblico (silenzioso, anche per la decisione della curva di non cantare facendo parlare solo tre striscioni: uno per i diffidati; uno contro presidenti, giocatori e allenatori; uno contro i giornalisti) per il rigore sbagliato e per la prestazione sotto tono. L’argentino è ancora un punto di domanda in questa squadra, non l’unico, in quanto sembra avulso dal gioco e poco coinvolto nella manovra.

Il gol con il Derthona non lo ha sbloccato come si sperava, ma il probabile infortunio di Longobardi (si parla di frattura all’alluce, domani gli esami strumentali) lo obbligherà d’ora in poi a caricarsi sulle spalle il peso dell’attacco.

Concluse tutte le premesse, il Varese ha vinto con pieno merito dopo aver attaccato per tutta la partita, senza però concretizzare prima dell’86’. Anzi, al 12’ del primo tempo era stata l’Arconatese a passare in vantaggio sfruttando una grave incomprensione tra Ferri e Bizzi. Per fortuna del Varese l’arbitro ha rilevato un fallo (generoso) ai danni di Ferri, annullando il gol. Poco prima era stato lo stesso Ferri a sfiorare il gol di testa dall’altra parte del campo.

Dalla mezz’ora in poi, le occasioni per il Varese sono state parecchie: prima Molinari di sinistro si fa ipnotizzare da Savini (32’), poi Longobardi da centro area su sponda di Molinari trova ancora i guantoni di Savini a mettere in corner (35’).

Dopo due minuti della ripresa Repossi sfonda in area e viene steso da Bianchi: è rigore, ma dal dischetto Molinari calcia male – basso, debole, appena appena sul centrosinistra – e si fa parare la conclusione da Savini. Un minuto più tardi l’argentino, su azione da corner, calcia sul secondo palo e lo colpisce pieno a portiere battuto.

Iacolino si sbilancia inserendo Palazzolo, Careccia, Rolando e Lercara, al 39’ l’Arconatese resta in dieci per il rosso diretto a Di Lauri per un fallaccio su Monacizzo.

Al 41’ – finalmente – il gol: da corner da destra di Rolando, un difensore avversario spizza il pallone sul secondo palo dove Palazzolo, l’uomo della provvidenza, corregge in rete indisturbato di testa e esplode in un urlo liberatorio insieme a tutto il Franco Ossola.

Arriva la vittoria, arrivano i tre punti ma restano vivi i dubbi e gli interrogativi: mercoledì si va in casa della capolista Gozzano (ieri fermato sull’1-1 dal Casale; 0-0 per la Caronnese contro il Derthona) e servirà un Varese diverso, anche più brutto ma soprattutto molto più cattivo. La rincorsa inizia per forza di cose da qui e urgono risposte immediate. Un primo passo, seppur timido, è stato compiuto: non bisogna smettere di camminare proprio ora, anzi: che si inizi a correre per davvero.

Bizzi; Fratus, Rudi, Ferri, Arca; Repossi (Bruzzone dal 45’ st), Monacizzo, Magrin (Palazzolo dal 19’ st), Battistello (Careccia dal 23’ st); Longobardi (Lercara dal 40’ st); Molinari (Rolando dal 28’ st). A disposizione: Frigione, Simonetto, Granzotto, Melesi, Zazzi. All. Iacolino.

(4-3-3): Savini; Bianchi, Novello (Giardino dal 10’ st), Padovani, Tomat; Panzetta, Balacchi (Cataldi dal 1’ st), Bonfanti; Cardia (Zizzo dal 29’ st), Guarda, Di Lauri. A disposizione: Guerci, Costa, Laraia, Lagzir, Doria, Finato. All. Livieri.

: Piacenza di Bari (Cremona e Bernardini di Genova).

Spettatori: 1200. Espulso: Di Lauri (A). Ammoniti: Panzetta e Savini (A); Palazzolo, Longobardi e Fratus (V). angoli: 11-2; fuorigioco: 4-1; tiri (in porta): 16 (8) – 3 (1); falli: 17-20; recupero: 1’ + 5’.