Ciao ciao palaghiaccio di Busto. Ma lo sport vincerà sul parco

Il sindaco Emanuele Antonelli: «Non si farà più». E il quartiere continua a sognare il verde

«Io non lo chiamo più “palaghiaccio”. Per me non si farà più». Parola del sindaco , che ieri pomeriggio è intervenuto nel tendoncino dell’oratorio di Beata Giuliana all’incontro “Dall’abbandono ad una nuova bellezza” in cui i giovani del quartiere hanno proposto la riconversione a parco pubblico dello scheletro di cemento dell’ex campus sportivo di via Minghetti.

«Un palaghiaccio a Busto? È vero che è un regalo, ma purtroppo in Provincia in quel periodo la testa non ce l’avevano – ammette Antonelli – un palaghiaccio aperto su tre lati, manco fossimo al Plateau Rosa. Per me non si farà più. E lo penso da quando ho visto il progetto vincitore, troppo faraonico. Così, quando è emersa la fidejussione falsa, ci ho messo un secondo e mezzo per portare le carte in Procura».

Ora si attende per il mese prossimo l’esito del ricorso al Tar. «Se ci daranno ragione, il rischio è che si appellino ancora, facendo passare altri mesi – spiega il sindaco – altrimenti, saremo pronti con progetti sostenibili economicamente. Non vogliamo perdere altro tempo».

L’ipotesi è una mini-cittadella dello sport, con una palestra polifunzionale con le tribune, utilizzabile anche dalle società di rotellistica, al posto del palaghiaccio, e altre strutture attorno, come il palaginnastica, il campo da rugby e lo skatepark. Difficile che ci sia spazio per l’idea messa a punto dai giovani dell’oratorio, con un progetto dell’architetto : un grande parco aperto, che sfrutti la tettoia del «palaghiaccio mai nato» e un verde riqualificato, senza aggiungere altre strutture.

«Un sogno» lo definisce il coadiutore , invocando «un investimento lungimirante e accessibile» per Beata, dove «di cemento ce n’è già parecchio». «Oggi è un’area degradata e potenzialmente pericolosa – spiega del comitato genitori delle scuole Puricelli – ma una riqualificazione in tono minore può essere un’opportunità». Perché i disagi non mancano, dall’«assenza di un parco per i bambini» che abitano nei palazzoni di Beata agli abusi, «ragazzini che oltrepassano la recinzione e prelievo indiscriminato di acqua dal rubinetto del cantiere, vicino alla fermata del bus», denunciati da , “dirimpettaia” dello scheletro.

Ma c’è anche chi sostiene la necessità di una pista da ghiaccio, come che, da appassionata di pattinaggio, aveva «riposto aspettative, ormai spente, in questa struttura», visto che a Varese il palaghiaccio è saturo.