Pos e sanzioni. Commercianti di Busto: «Le commissioni hanno costi troppo alti»

L’appello è quello ad un «maggior equilibrio nel sistema»

I commercianti di Busto sono uniti su un punto: «Troppo alti i costi delle commissioni bancarie per poter imporre l’obbligo generalizzato dei pagamenti elettronici». Tra gli esercenti della città emergono sfumature diverse, ma la comune consapevolezza del peso eccessivo delle commissioni sulle transazioni con i Pos.

«In sé favorire il pagamento elettronico ci sta, è un sistema che a livello internazionale è sempre più una costante e che i consumatori trovano comodo, ma ci vuole il giusto equilibrio – sostiene , commerciante di coltelli e colonna dell’Ascom cittadina – All’estero il costo della transazione è decisamente più basso. Se il peso delle commissioni invece, come succede oggi, continua ad essere tutto a carico dell’imprenditore, che ha già una tassazione e dei costi operativi da sobbarcarsi,

non credo che sarebbe corretto». , decano dei cartolai e dei giornalai con la sua attività a Sant’Edoardo, non avrebbe nulla in contrario, ma ad una condizione: «Mi va benissimo se si riferisce a tutti i prodotti a prezzo libero, come le scarpe o la pizza, ma su quelli a prezzo vincolato, come le sigarette, la benzina o i giornali, non è possibile pretendere di imporre i costi delle commissioni bancarie sui pagamenti elettronici, a meno che non se li sobbarchino direttamente le banche o lo Stato».

Sui piccoli importi delle transazioni, infatti, ci sarebbe il rischio concreto di vedersi “mangiato” dalle commissioni gran parte del margine di profitto dell’imprenditore. E poi Tagliabue invita «lo Stato a mettersi in regola per primo per quanto di sua competenza, prima di imporre questi obblighi ai commercianti», citando il caso del pagamento del bollo auto, che «non può essere fatto tramite carta di credito, esponendo noi esercenti al rischio che qualcuno paghi in contanti con soldi falsi».

Per , titolare del bar ristorante Sempre Pronto, le sanzioni annunciate dal governo «non sono altro che l’ennesima vessazione statalista, come se non bastassero le altre, nei confronti di chi lavora». Il rischio della “fregatura” è dietro l’angolo: «Vogliamo fare gli americani, ma non lo siamo. Là i pagamenti elettronici funzionano da tempo perché non ci sono i costi delle commissioni – sottolinea Scudier – qui invece se mi costringono ad accettare il pagamento con carta di credito per una colazione rischio di perdere il mio profitto nella commissione alla banca».