E il parroco sgridò i genitori «Oltre allo sport c’è la catechesi»

Il richiamo di don Giuseppe: «Sembra che la Cresima sia vissuta come la fine di un fastidio»

Rimprovero non lo si può definire, piuttosto un richiamo fraterno. E a esserne destinatari sono i genitori dei bambini che frequentano la catechesi. Il parroco don Giuseppe lancia un messaggio preciso: essere autentici cristiani significa anche assumersi gli impegni che chiamano a esserlo autenticamente, ovvero anche la frequentazione del catechismo.
Ma su questo il curato gorlese registra in diversi casi una situazione di tiepidezza: «Ho l’impressione, soprattutto in questi ultimi anni – scrive rivolgendosi alla comunità- che alcuni genitori, pur iscrivendo e mandando i loro bambini alla catechesi, lo facciano con poca convinzione, poco entusiasmo, mossi più da motivi di confronto che di fede, lo si fa perché lo fanno anche gli altri, per non restare indietro ma che arrivi presto il traguardo della Cresima e così sarà finito il “fastidio”».

Insomma, ad avviso del parroco gorlese in alcuni casi mandare i figli al catechismo somiglierebbe più a una moda o a un rituale che all’effettiva esigenza di una formazione cristiana solida e preziosa. E, per rinforzare il concetto, sfodera un numero esplicito: «In 61 hanno ricevuto la Cresima ma solo 12 continuano la loro catechesi».
E allora, sottolinea, occorre un’inversione di tendenza che parta dall’atteggiamento dei genitori: «Ci sono bambini che vengono appesantiti da tanti altri impegni e tante cose da fare –

spiega il parroco gorlese – e così partecipano alla catechesi con stanchezza, con attenzione breve e superficiale e povertà di frutti; vorrei ricordare ai genitori la loro responsabilità educativa che il concilio Vaticano chiama gravissima e poiché si tratta di educare dei cristiani ricordino l’importanza di una catechesi che sia vissuta con la serietà di una scuola di vita dove non si imparano solo alcune risposte ma a vivere da cristiani».
In buona misura, il concetto suona così: va bene impegnare i ragazzi in alcune iniziative sportive o artistiche che assecondino le loro inclinazioni e passioni ma senza relegare in soffitta l’attenzione alla cura dell’anima in senso cristiano. «Tutto ciò che la parrocchia propone – dice in conclusione di ragionamento il parroco di Gorla Minore – con le sue attività oratoriale ha l’unico scopo, come insegna don Bosco, di educare buoni e onesti cittadini, anche perché oggi più che mai indicare alla gioventù proposte serie di educazione è divenuto priorità indispensabile».