L’ira del sindaco contro la Provincia: «Monastero dimenticato»

Lo sfogo di Mazzucchelli: «Ancora silenzio sulle modalità di gestione. Perché?»

«Non dico più niente». Poi, però, con una figura retorica che si chiama preterizione, finisce per dire eccome. E non sono, le sue, affermazioni propriamente di dettaglio. Il sindaco di Cairate non si tiene in gola l’indignazione per l’atteggiamento di attendismo che, a suo dire, l’ente provincia sta assumendo verso il discorso del Monastero.

Prima, per fare intendere dove voglia andare a parare, si apre il campo con quattro aggettivi: perplesso, deluso, scoraggiato, amareggiato. «Dopo anni di immobilismo – spiega il primo cittadino cairatese – dove la Provincia ha concluso con grande ritardo i lavori che erano stati impostati durante la giunta di e con i finanziamenti della Fondazione Comunitaria del Varesotto per i restauri abbaziali, l’attuale ente Provincia non si è ancora espresso su quelle che saranno le modalità di gestione del monastero». E, per rendere meglio l’idea, viene ai dettagli: «Chi lo aprirà, chi lo chiuderà, chi si occuperà della gestione sono tutte domande a cui la Provincia dovrebbe dare risposta al più presto». Perché, aggiunge, «sono stati spesi 13 milioni di soldi pubblici per mettere in piedi tutto il progetto del monastero e per riqualificarlo e credo che si debbano raccogliere i frutti di quest’imponente investimento».

E, guardando avanti, teme che il monastero possa diventare strumento al servizio di qualcosa d’altro: «Adesso magari lo inaugureranno per fini elettorali e poi che succederà, è questa la politica lungimirante?». Insomma, Mazzucchelli dimostra una volta di più di non essere persona che le manda a dire. «Il territorio cairatese ha fatto tutto quanto c’era da fare – spiega – si sono resi disponibili 40 volontari della Pro loco formati da studenti universitari, io credo che quest’atteggiamento

della Provincia sia anche un po’ una mancanza di rispetto verso di loro che, voglio ricordare, fanno tutto questo gratuitamente». La sua valutazione sulla questione specifica apre poi le porte a un discorso più generale: «Io credo che alle belle promesse debbano seguire i fatti – chiosa – e questo è uno di quei casi, decidere come gestire il monastero, chi lo gestirà e con quali obiettivi ritengo sia fondamentale per fare del monastero stesso un’autentica risorsa per il nostro territorio, ho sempre detto che monastero e rilancio della cartiera sono due valori aggiunti non solo per il territorio cairatese». Chi vivrà, vedrà.