Lo spirito del Baff risplende. E ricorda l’epopea della prima tv

È l’occasione per celebrare Cino Tortorella, Tomas Milian e Giorgio Capitani

BUSTO ARSIZIO – Un red carpet bagnato per una bella edizione del Festival: il pienone al Sociale per il grande “arrivederci” della città al suo B.A. Film Festival. «Tornerò a lavorare con Neri Parenti» annuncia Massimo Boldi, che incanta la platea di Busto. Avviene un ideale passaggio di consegne con un’altra esperienza unica, l’epopea di Telealtomilanese, prima televisione commerciale via etere d’Italia, nata a Busto.

Red carpet bagnato, spostato nel foyer del teatro Sociale “Delia Caielli”, ma non meno glamour.

Ad accogliere gli ospiti, con la “squadra” del festival, c’è la madrina Catrinel Marlon, che dispensa a tutti eleganza e sorrisi.

Passano sotto la sventagliata dei flash le attrici Veronica Pivetti, le gemelle Fontana, Valeria Bilello, la regista Irene Dionisio, lo sceneggiatore Roberto Andò, il compositore Lele Marchitelli, Mr. Stracult Marco Giusti, il regista d’animazione Virgilio Villoresi, la videoartista Maria Elisabetta Marelli, ma anche l’ex madrina Claudia Potenza.

E il noto regista bustocco Max Croci.

L’ultimo ad arrivare, poco dopo le 9, è il super ospite della serata, Massimo Boldi.

Nella sala, “gremita in ogni ordine di posto”, come fa notare il direttore artistico Steve Della Casa, ci sono anche tanti ragazzini entusiasti che applaudono.

La presidente di giuria di Baff Short Cuts Veronica Pivetti premia “il bellissimo corto, votato all’unanimità” di Dario Imbrogno, “Ossa”, primo vincitore del concorso di corti che poi viene premiata:

«Se lo sapevo, mi vestivo più elegante» ammette l’attrice.

Nel corso della serata è stato presentato in anteprima il documentario “Telealtomilanese, il sogno e il cambiamento” di Marco Maccaferri, regista e docente Icma, con gli studenti della scuola di cinema di villa Calcaterra.

«Un viaggio molto affascinante in quegli anni – spiega Maccaferri – una specie di cronaca sintetica di quei tre anni che hanno cambiato il modo di fare tv».

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È anche l’occasione per celebrare Cino Tortorella (insieme ad altri due grandi dello spettacolo italiano, Tomas Milian e Giorgio Capitani). Sul palco sale Ettore Andenna, uno dei protagonisti di quell’era pionieristica.

«Mi sento un po’ come l’ultimo dei Mohicani – dice Andenna di Cino Tortorella – ci chiamavano i Magnifici Sette, e sono rimasto solo io…».

E così sullo schermo scorrono le immagini di Enzo Tortora che intervista Marco Pannella e Maurizio Costanzo, le ragazze discinte de “La Bustarella”, miti come Walter Chiari e il bustocco Lucio Flauto, ma anche il Massimo Boldi degli inizi di Antenna Tre in “Non lo sapessi ma lo so” in coppia con Teo Teocoli.

La tv dei pionieri, un po’ come lo è stato il Baff in questi quindici anni di magia.

Una storia, questa, destinata a continuare.