«Mamma, con te il cielo si apre. Ora respira anche per noi»

Si sono svolti ieri, alla presenza di molti fedeli islamici, i funerali di Diana Koni Vrapi

«Mamma era già un angelo in terra». Il commosso e straziante saluto dei suoi figli a , la donna di origini albanesi che mercoledì scorso è stata uccisa in casa dal marito con venti coltellate. L’abbraccio della comunità nella Chiesa di San Michele, nelle parole del parroco don Giorgio Fantoni: «L’unica risposta al male non è altro male, ma amore e affetto».

C’erano anche il sindaco e il vicesindaco , oltre alla responsabile del centro antiviolenza Eva Onlus , ieri mattina nella Chiesa di San Michele per la cerimonia funebre di Diana Koni, la cinquantaduenne vittima di femminicidio nell’abitazione di famiglia di via Goito.

Un «segno forte», così l’ha definito il parroco don Giorgio, di vicinanza della città e della comunità in un momento di dolore ma soprattutto di smarrimento per una doppia tragedia che ha colpito una famiglia di onesti lavoratori. Una cerimonia senza la consacrazione del pane e del vino per rispetto nei confronti dei presenti di fede islamica, alla quale era presente un’ampia fetta della comunità albanese ormai integrata in città. Fuori dai cancelli del Santuario, uno striscione appeso dai figli di Diana –

Brigel, Elona e Steven – accoglieva i presenti: «Ciao mamma, ore 16.48 hai aperto il cielo…ora tocca a te più che mai, respira per noi». Il figlio maggiore della coppia, Brigel Vrapi, ha preso la parola per ricordare sua madre Diana: «Ha lasciato del bene in tutti voi, fate in modo che la sua anima resti in tutti voi- le sue parole dette anche a nome dei fratelli e dei parenti – lei mi ha insegnato sempre a voler bene a tutti, mi ha sempre detto “non odiare la gente”, e io non odierò mai più nessuno, apprezzerò tutti».

C’è tanto affetto e ammirazione per la figura materna: «Perché lei era così, era già un angelo in terra – ricorda Brigel Vrapi – il suo corpo è andato via, ma la sua anima rimane qui con noi. Vi ringrazio ancora, abbiate rispetto di tutta la mia famiglia. Ringrazio soprattutto il parroco, il sindaco, e ringrazio mia mamma. Le parole non servono a niente: sapevo già quello che volevo dire, da 31 anni a questa parte».

Il parroco di San Michele, nella sua breve omelia, ha voluto ricordare la volontà dei figli di celebrare il ricordo di Diana «in questa chiesa, che hanno frequentato, come hanno frequentato l’oratorio. Io credo che Diana avesse una fede sincera, e in questa fede ha desiderato crescere i suoi figli». Don Giorgio ha insistito sulla necessità di guardare oltre: «L’unica risposta al male non è altro male, ma amore e affetto». Di fronte alla tragedia, ricorda il sacerdote, «sentiamo il bisogno di qualcosa di più profondo, di gesti sinceri, di vicinanza e partecipazione al nostro dolore. Siamo qui con storie, culture e differenti sensibilità religiose per esprimere il nostro saluto a Diana, e tutto questo non è scontato. Questo affetto vi dice che non siete soli. Tutti hanno parlato di Diana come una donna piena di vita, sempre in movimento e che si prodigava per tutti. Ogni albero buono produce frutti buoni e voi figli siete i suoi frutti buoni».