Dentro l’anima dell’uomo. Per capire cos’è la guerra

Agostino Roncallo ha pubblicato l’ultimo lavoro, ispirato al classico di Remarque, per la varesina Macchione

“Niente di nuovo sul fronte occidentale”, il celebre romanzo storico di , pseudonimo di , raccontava la tragedia della prima guerra mondiale. Lo scrittore, nato a Osnabruck nel 1898 da una famiglia cattolica, a soli diciotto anni partì per il fronte, animato da un profondo spirito patriottico, ma fu ferito più volte.

«Ho letto questo libro per la prima volta da ragazzo e già allora ero rimasto impressionato nel constatare quali riflessioni interiori la guerra potesse generare nell’animo umano» scrive il professore di Letteratura e Storia come premessa all’antologia lirica “A ovest ancora niente, di nuovo”, l’ultimo lavoro edito dalla casa editrice varesina Macchione.

Suoi i volumi dedicati allo studio e all’insegnamento linguistico tra i quali “Lingua variabile. Sociolinguistica e didattica della lingua” (La Nuova Italia), “La scrittura emergente” (Rubbettino), Il Linguaggio ritrovato (Zanichelli). Negli ultimi anni Roncallo ha rivolto l’attenzione alla narrazione pubblicando per l’editore Morlacchi “Nomina Nuda Tenemus”, “La linea Diaz”, “Alighieri” e “Gli amori di Alberto Pisani” e per l’editore Pietro Macchione ha scritto “In guerra con gli alpini del battaglione Intra”.

Dalla lettura dello straordinario romanzo di Remarque è nata una riflessione profonda, confluita poi in una raccolta di racconti lirici liberamente tratti dal libro.

«Di recente, li ho riletti e, come spesso accade, la nuova lettura mi ha trasmesso altre emozioni, non del tutto diverse, ma sicuramente nuove rispetto alla prima.

In particolare a colpirmi sono state le riflessioni sulla vita distribuite lungo l’intero romanzo, quasi fossero delle parentesi che si aprono di volta in volta a margine degli avvenimenti bellici per rivelarne, secondo un procedimento a specchio, il senso più drammatico e interiore. Ognuna di tale parentesi aveva una sua, profonda, liricità, al punto da sembrare essere scritta proprio per essere estrapolata e rielaborata» racconta Roncallo.

«È nato così questo testo – continua – diviso in quattro sezioni, rispettivamente “Nelle retrovie”, “Al fronte”, “Ritorno a casa”, “Epilogo”. Ai testi ispirati a “Im Westen nichts Neues” si aggiungono alcune rielaborazioni liberamente tratte dai racconti pubblicati da Remarque sulla rivista americana “Collier’s Weekly” tra il 1930 e il 1931».

La tragedia storica emerge prepotente nel romanzo di Roncallo, dove il protagonista, Paul Bäumer, uno scrittore alle prime armi, insieme ad altri amici appena diciannovenni si arruola nell’esercito tedesco per combattere la Grande Guerra, sotto la pressione della propaganda tedesca e quella del suo insegnante Kantorek. Il giorno della morte di Paul fu molto calmo e silenzioso lungo tutto il fronte, tanto che il rapporto del comando tedesco riportava: “niente di nuovo sul fronte occidentale”.

In volto, sul viso di Paul, solo un’espressione serena. «Gli anni passano ma le guerre, rimangono. L’umanità avverte la necessità di annientarsi. Ma cos’è la guerra e perché la lingua italiana ha scelto questa parola (originaria dal tedesco antico werra) pur avendo a disposizione il latino bellum? L’idea di un combattimento ordinato, tipico dei Romani, non era forse sufficiente? No, non era e non è sufficiente. Werra significa infatti mischia, groviglio, lotta di corpi che provano a distruggersi l’un l’altro, eclissi di ogni barlume di umanità. Questa, è la guerra. E questa è anche la riflessione che attraversa i libri di Erich Maria Remarque, una riflessione che ci conduce nei recessi più profondi dell’animo umano. Il libro si ispira a questa tematica per rappresentare in modo originale, nella forma del racconto lirico, il dramma interiore dei soldati-uomini di tutte le guerre».