Lonate dialoga con Sea: «Lo sviluppo vero è qui»

Il presidente Pietro Modiano a confronto con la popolazione locale. Girardi (Viva via Gaggio): «Vengano utilizzate le aree delocalizzate»

Il presidente di Sea incassa il “grazie” sentito degli abitanti di Lonate Pozzolo per non essersi sottratto al confronto con la popolazione locale. Aveva detto che sarebbe venuto sul territorio e così è stato, l’altro ieri sera in Commissione Territorio a Lonate, domani sera in consiglio comunale ad Arsago Seprio. Così il piano di sviluppo di Malpensa, il cosiddetto masterplan, con cui si prevedono quasi 33 milioni di passeggeri e 1 milione di tonnellate di merci movimentate in brughiera al 2030, entra nelle case della gente e viene spiegato a tutti.

«Cambiano le politiche»

Proprio l’aumento del traffico cargo (dalle attuali 490mila tonnellate a 1 milione e 19mila nei prossimi quindici anni) riguarda il territorio lonatese.

Non si tratta più di fare i conti con i 400 ettari di devastazione della brughiera previsti dal precedente masterplan: il nuovo piano, sotto la presidenza Modiano, parla di 60/90 ettari di territorio al servizio dell’espansione del settore cargo. E nulla c’entra DHL Express la cui presenza importante alla “città delle merci” di Malpensa era già preventivata. I 600-900 mila metri quadrati di territorio serviranno ad ampliare la presenza di operatori che si occupano di movimentazione delle merci a Malpensa. «Lo sviluppo vero dell’aeroporto è qui, su Lonate», ricorda il sindaco . «Lo sviluppo dentro il sedime aeroportuale cambia le politiche del nostro Comune perché non potremo considerare una valorizzazione delle aree delocalizzate a favore di attività cargo. Bisognerà pensare a compensazioni e perequazioni». Rivolta pensa a un «rimboschimento delle aree delocalizzate». Ma il capitolo resta aperto.

Una passeggiata in brughiera

Intanto c’è il dialogo offerto dal presidente Sea al territorio, valutato positivamente dal primo cittadino lonatese ma anche dal portavoce dell’associazione ambientalista “Viva via Gaggio” . «Ben venga che non si parli più di 400 ettari ma i 90 previsti cancelleranno la parte di brughiera aperta, quella più importante», registra Girardi. Da qui la richiesta di uno «sforzo» a Sea: «Si utilizzino le aree delocalizzate o i capannoni già esistenti di fronte all’ex carcere Bellaria coprendo la 336. Dopotutto – aggiunge Girardi – è già stato possibile coprire la 336 per farci passare sopra gli aerei».

Una richiesta ascoltata dal numero uno di Sea che ha anche accettato l’invito per una passeggiata nella brughiera in fiore, la prossima primavera. Le prove di dialogo non sono soltanto prove, ma evidenze di ascolto.n