Perfetti anche dopo una giornata di lavoro

La giacca che si lava in lavatrice a 30 gradi e non si stira, mantenendo però un perfetto aplomb

Materiali super performanti, usati nell’activewear o interpretati in versione fashion dalle griffe d’avanguardia che tramite un procedimento di stampa in 3D riescono a emulare le stoffe tipiche del menswear formale, mimetizzandosi tra lane, cotoni, lini, check, finestrati o micro disegnature. A Pitti Uomo 92 la moda guarda alla praticità e arriva così la giacca che si lava in lavatrice a 30 gradi e non si stira, mantenendo un perfetto aplomb, anche dopo una giornata di lavoro,

un viaggio in aereo o una trasferta in valigia. La giacca che si lava in lavatrice è di Traiano Milano, ideata da Filippo Colnaghi e Francesco Fumagalli, amici nella vita e soci. Le nuove giacche sono disponibili nelle alternative mono e doppiopetto. Inediti i modelli in fantasia camouflage, nei toni del grigio-arancio o del blu-kaki. Un motivo che diviene un dettaglio all’interno del capo o nel retro del colletto nelle versioni più classiche: le tinte unite effetto lino, i gessati o i check. Mentre Pantaloni Torino (PT) presenta Kinetic Ultimate Trousers un progetto firmato da Fabrizio Giugiaro, dove i pantaloni racchiudono design e tecnologia, con il tessuto sviluppato in esclusiva per l’azienda, derivante da tecnologie mai utilizzate prima nell’abbigliamento formale. Infine ci sono i Sensitive Fabrics di Eurojersey, in grado di assicurare comfort perché elasticizzati, indeformabili, freschi e traspiranti e realizzati con materiali sottoposti a procedimenti di stampa in 3D in grado di emulare qualsiasi tipologia di stoffa: dal lino alla lana, dal gessato al finestrato, dallo spigato al principe di Galles.n 

Giacche che non si stirano, pantaloni che si asciugano in 10 minuti e arrivano anche i tessuti che si riparano da soli immergendoli nell’acqua. È la promessa di un gruppo di ricercatori tedeschi, che hanno trovato delle sostanze in grado di far auto riparare i tessuti. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare il mondo della moda, portata avanti dall’Università di Friburgo. L’obiettivo era trovare un modo per far ricostruire autonomamente le fibre di tessuto senza doverle cucire con ago e filo e la ricerca si è focalizzata su quello che succede alla pelle dei rettili durante la muta. Serpenti e lucertole infatti riescono a riformare in modo autonomo la pelle che perdono. Gli scienziati hanno così creato tre strati sottilissimi di tessuto che a contatto con l’acqua reagiscono portando in superficie lo strato waterproof intatto. Questi strati per l’auto riparazione non sono visibili all’occhio umano e quindi possono essere facilmente inseriti negli abiti che indossiamo tutti i giorni.