Bufera sul caso Molina: «Perquisizioni illegittime»

Il Tribunale del Riesame di Varese sottolinea la «mancata indicazione dei requisiti motivazionali minimi»

Molina bis: illegittime le perquisizioni a carico di Gian Paolo Ermolli, Luca Galli e gli altri 7 indagati. Il Tribunale del Riesame di Varese “boccia” il decreto della Procura di Varese: «mancata indicazione dei requisiti motivazionali minimi». Queste le parole riportate nelle motivazioni della sentenza appena depositata. Di conseguenza: tutto ciò che durante quelle perquisizioni è stato sequestrato dai militari della Guardia di Finanza è inutilizzabile. Nulle dunque le perquisizioni: qualunque eventuale elemento probatorio finito sotto sequestro non potrebbe essere utilizzato durante un eventuale procedimento a carico degli indagati.

«I decreti non erano motivati – spiega Fabio Margarini, legale di Ermolli – su questo si fondava il nostro ricorso che il collegio ha accolto in toto. Perquisizioni eseguite con quei criteri si definiscono esplorative».

In sintesi: non si può entrare in una casa o, come in questo caso degli uffici (quelli dell’ex vice sindaco di Varese Ermolli e dell’ex presidente della Fondazione Comunitaria del Varesotto Galli) e sequestrare qualunque cosa in modo indiscriminato. La Procura, dal canto suo, ha già depositato un ricorso in Cassazione impugnando la sentenza del Riesame varesino. L’inchiesta, però, ha subito una brutta battuta d’arresto: sul materiale sequestrato avrebbero infatti dovuto lavorare gli inquirenti. Sul fronte Fondazione Molina,

tra l’altro, Ats ha aperto una seconda procedura di commissariamento dell’ente (commissariato dal novembre 2016 quando decadde il Cda guidato dal presidente Christian Campiotti). Una seconda procedura che verte su «ulteriori criticità emerse riferibili alla precedente amministrazione». Criticità che, però, almeno così sulla carta ulteriori non sarebbero. Si parla infatti dell’investimento da circa 500mila euro in obbligazioni da parte della Fondazione Molina alla Mata S.p.A, fatto emerso in realtà mesi fa e oggetto del secondo filone d’indagine sulla Fondazione Molina, quello che ha coinvolto tra gli altri Ermolli e Galli, della sottoscrizione da parte di Campiotti di una polizza sulla vita, fatto già emerso durante la commissione esplorativa regionale riunitasi mesi fa, oltre alla gestione delle ferie del personale.

Resta da capire quali siano le «ulteriori criticità», anche in vista dell’udienza davanti al Tar fissata per il prossimo 10 ottobre. Tar che ha già sospeso in un’occasione il provvedimento che aveva cancellato il Cda della Fondazione riportando Campiotti al vertice dell’ente il tempo necessario affinché il Consiglio di Stato cancellasse la decisione del Tar. Se il Tribunale amministrativo regionale seguisse la via già intrapresa riaprendo le porte dell’ente a Campiotti il secondo procedimento per commissariamento potrebbe rivelarsi fondamentale. La vicenda è intricatissima. A Campiotti, indagato per peculato con Lorenzo Airoldi, è contestato di aver concesso un prestito da circa mezzo milione di euro a Rete 55, Tv il cui editore è Airoldi stesso compagno di partito di Campiotti. Nel secondo filone di indagine, che verte sul presti Mata, sono invece coinvolti Ermolli, Galli e sette imprenditori accusati a vario titolo di associazione a delinquere, truffa e concorso in peculato.