C’è la campagna antinfluenzale. Ecco 10mila dosi per i varesini

Dal 6 novembre i pazienti potranno rivolgersi al medico di base o ai centri convenzionati per vaccinarsi

Con 10mila cartoline pronte ad essere spedite e 120 mila vaccini in fase di distribuzione, parte anche a Varese la nuova campagna antinfluenzale. Dal prossimo 6 novembre ed entro fine anno i cittadini potranno rivolgersi al proprio medico di base o in uno dei centri vaccinali convenzionati per ricevere la somministrazione dell’antinfluenzale.

Come sempre, il vaccino sarà proposto prioritariamente e in forma gratuita alle categorie a rischio: malati cronici, i più esposti allo sviluppo di complicazioni e gli over 65. Disponibili tre differenti tipologie di vaccino: antinfluenzali trivalente e quadrivalente (nel primo sono presenti due virus del ceppo A e 1 di quello B, nel secondo 2 virus del ceppo A e due del ceppo B) e antipneumococco. Ai pazienti con particolari fattori di rischio e ai «neo-anziani» nati nel 1952, dunque, sarà proposta una doppia vaccinazione.

«L’obiettivo non è solo quello di contrastare il contagio, ma anche promuovere la prevenzione con una campagna vaccinale mirata e sicura», spiega del Dipartimento di Igiene e sanità pubblica di Ats Insubria. Per questo negli ultimi anni le indicazioni ministeriali per la campagna antinfluenzale hanno inserito anche la proposta della vaccinazione antipneumococcica: «Si tratta di prevenire le complicazioni dello Streptococcus pneumoniae, responsabile di faringiti bronchiti ma anche polmoniti, meningiti e sepsi», precisa , del dipartimento Medicina preventiva di Ats Insubria. L’antipneumococcica prevede due somministrazioni: la prima da realizzarsi contemporaneamente all’antinfluenzale (ma con una seconda puntura dedicata), e un richiamo da iniettare dopo un anno. Questa vaccinazione viene proposta per la prima volta anche ai neo sessantacinquenni.

«Ci siamo accorti che i neosessantacinquenni faticano a considerarsi anziani, e in minima parte aderiscono alla campagna antinfluenzale, soprattutto se in buone condizioni di salute», racconta la Donadini. Per questo già lo scorso anno Ats Insubria ha inviato ai coscritti del 1951 una cartolina di invito a vaccinarsi ottenendo grande successo in termini di risposte positive (i neosessantacincquenni vaccinati sono passati dal 11% al 20%), tanto da riproporla quest’anno.