Celebrati privatamente i funerali di Biggiogero

La cerimonia laica per il varesino, ucciso dal figlio settimana scorsa, si è svolta ieri pomeriggio alla Socrem di Giubiano

Sono stati celebrati ieri i funerali di Ferruccio Biggiogero, pensionato di 78 anni, ucciso giovedì scorso dal figlio Alberto, 43 anni, balzato agli onori delle cronache come il super testimone del caso Uva. Funerali laici e in forma strettamente privata.

Il feretro ha lasciato l’ospedale di Circolo alle 14.45 diretto alla Socrem di Giubiano. Lì si è svolta una cerimonia molto ristretta: i familiari e gli amici. Biggiogero senior sarà quindi cremato e tumulato. La famiglia ha voluto tenere lontani i riflettori da quella che è stata una cerimonia raccolta, volta a dare l’ultimo saluto in modo raccolto al settantottenne senza curiosi o giornalisti. Andrea Biggiogero, il secondo figlio di Ferruccio, è andato a trovare il fratello in carcere nei giorni scorsi.

Stefano Bruno, legale di Biggiogero senior, reo confesso, che ha ucciso il padre con tre coltellate ha precisato che il proprio assistito non è lucido ed è estremamente provato. Una non lucidità che gli ha impedito anche di rispondere alle domande del gip Anna Giorgetti dopo l’arresto. Il nome di Alberto Biggiogero è legato al caso Uva, l’uomo deceduto in ospedale nel giugno del 2008 dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri a Varese. Quella notte entrambi furono bloccati dai carabinieri mentre spostavano alcune transenne e portati in caserma. In seguito Biggiogero ha raccontato di aver sentito l’amico urlare e chiedere aiuto nella stanza dove era trattenuto e, assieme ai familiari, ha sostenuto l’ipotesi di presunte violenze da parte delle forze dell’ordine. A Belfiore, intanto, in molti nei giorni scorsi hanno ricordato Ferruccio.

«Un uomo che ha vissuto per il figlio». Ivo Bressan, consigliere della società laica di cremazione Socrem ed ex consigliere comunale socialista, lo ricorda bene: «Un uomo intelligentissimo e buono – racconta – dal 1975 al 1980 era stato consigliere comunale del Psi, di cui era stato anche il capogruppo a Palazzo Estense. Negli ultimi anni invece era attivo nella Socrem. Fu lui stesso a introdurmi, mi spiegò che si trattava di una cosa buona e di grande civiltà».

Bressan aveva aggiunto: «Ci siamo visti due settimane fa alla festa per i 90 anni di Ambrogio Vaghi, altro storico consigliere comunale della sinistra varesina. In quell’occasione, e mi fa male ricordarlo adesso, mi disse che il figlio Alberto si stava disintossicando. Che andava lui a comprargli il metadone all’Asl, e che glielo portava a casa. Era un po’ preoccupato solo del fatto che non riusciva a farlo uscire di casa, che stava sempre a letto o davanti alla televisione».