«È stato l’ultimo giocatore capace di farci sognare davvero»

Cittadinanza onoraria a Gianmarco “Poz” Pozzecco? Ecco cosa ne pensano Sandro Galleani, Franco Ferraro, Attilio Fontana, Attilio Caja, Carlo Recalcati e Andrea Meneghin

Cittadinanza varesina onoraria a Gianmarco Pozzecco? Il pensiero e l’opinione di alcuni nomi illustri. Oltre a Toto Bulgheroni, sull’argomento sono intervenuti anche Sandro Galleani, Franco Ferraro, Attilio Fontana, Attilio Caja, Carlo Recalcati e Andrea Meneghin

«Sono felicissimo, se lo merita». Massofisioterapista, compagno d’avventura nella gioia più bella degli ultimi 20 anni (la Stella), amico, quasi un padre: questo è Sandro Galleani per Gianmarco Pozzecco. La leggendaria bandiera biancorossa accoglie con gioia la notizia della richiesta per far avere a uno dei suoi tanti “figliocci” la cittadinanza onorario della città di Varese: «Tanti personaggi che hanno fatto la storia della Pallacanestro Varese meriterebbero questo riconoscimento e magari qualcuno avrà da ridire sul fatto di darlo al Poz.

Lui, però, incarna la storia recente di questa società oltre a essere una persona – lo dico sempre – con un cuore grande come il Monte Bianco».
Galleani si sofferma proprio sulla persona Gianmarco: «È sempre stata una persona estrema, nel bene e nel male, un uomo dalla sensibilità sincera, disponibile con chi si trova in difficoltà e con anche con i ragazzi giovani. Mi ritengo fortunato ad averlo conosciuto bene: quante volte gli ho detto “… respira tre volte prima di parlare…”, ma so che lui è fatto in un certo modo, è uno istintivo. E questo è il suo bello». E poi c’è un’altra cosa: «Gianmarco per Varese nutre un sentimento particolare, che pochi altri provano».
(Fabio Gandini)

La voce di Franco Ferraro è la colonna sonora dei nostri sogni, del nostro passato più bello. Lui, oggi caporedattore a Sky, quando Varese e il Poz vinsero lo scudetto della Stella era il telecronista di Rete55. Era il cantore delle imprese dei Roosters. «Pozzecco se lo merita, perché è un genio. Azzardo un paragone, se posso». Ecco: quando Franco Ferraro attacca così, c’è solo da mettersi comodi. E infatti. «Pozzecco è la versione positiva dell’indemoniato di cui si legge nella Bibbia. Gesù arrivò in un paese chiamato Gerasa, e gli dissero che lì viveva un indemoniato. Volle incontrarlo per poterlo guarire e quando gli chiese come si chiamasse, l’uomo rispose “Il mio nome è Legione”. Perché dentro di lui c’erano tanti demoni, una legione di demoni. Ecco: Pozzecco è la versione positiva di Legione. Dentro di lui ci sono tante personalità, tante sfaccettature. C’è il genio, c’era la tendenza ad abbattersi quando in campo faceva una cazzata ma allo stesso tempo la capacità di risollevarsi immediatamente con un numero dei suoi, la forza di fare il matto e tenere alto il morale in spogliatoio ma anche di essere serio quando si tratta di parlare di qualcuno che non c’è più. Pozzecco è il Legione varesino: mille uomini in un corpo solo». 
(Francesco Caielli)

l’ultimo giocatore capace di farci sognare davvero»

Attilio Fontana per dieci anni è stato sindaco della città, e da sempre è uno dei primi tifosi della Pallacanestro Varese, tanto che avrebbe voluto coronare la sua esperienza da primo cittadino con uno scudetto o quantomeno un trofeo.
Ci andò vicino nel 2016 con la finale di Fiba Europe Cup, ma è un altro discorso. L’avvocato Fontana accoglie così la possibilità della cittadinanza onoraria a Gianmarco Pozzecco: «Non sapevo di questa possibilità ma credo che sia una idea assolutamente positiva, piacevole, da accettare, perché Gianmarco è uno degli ultimi giocatori ad averci fatto sognare e non solo. Ci ha anche fatto vincere qualcosa, dandoci una piccola grande soddisfazione. Anzi, neanche tanto piccola».
Il legame di Pozzecco con Varese, prima da giocatore e successivamente da allenatore, non è mai stato nascosto: «So quanto sia legato alla città, quanto lo sia sempre stato. Ha dimostrato di apprezzare Varese, tornandoci anche da allenatore, ha lasciato un grande ricordo qui. Diciamo che se io fossi sindaco ora, accetterei sicuramente al volo questa proposta».
(Alberto Coriele)

– «Ha fatto tanto per società e città. È un giusto riconoscimento»

«La trovo una bella iniziativa nei confronti di uno sportivo che ha reso Varese conosciuta e importante».
Un altro “endorsement” a favore della cittadinanza onoraria a Gianmarco Pozzecco arriva da Attilio Caja, allenatore in capo della Pallacanestro Varese che dal Poz – tra l’altro – raccolse il testimone sulla panchina biancorossa nella stagione 2014/2015. Quello fu un momento di grande vicinanza tra l’ex campione diventato coach e il decano della panchina, a dispetto di una situazione ambientale molto difficile e del subentro di un professionista nel ruolo dell’altro (Pozzecco non se la sentì più di guidare la Openjobmetis e la società chiamò Caja in sua sostituzione): senza gelosie e con il bene della Pallacanestro Varese come unica stella polare, l’Artiglio e Gianmarco furono capaci di collaborare, con stima reciproca e fiducia.
Stima ravvisabile anche nelle parole spese per questa occasione dall’allenatore pavese: «Pozzecco ha fatto tanto per questa società. E soprattutto ha sempre mostrato un grande affetto per la gente e per la città: la cittadinanza onoraria mi sembra un riconoscimento giusto e piacevole».
(Fabio Gandini)

Carlo Recalcati è sempre stato una presenza fissa nella carriera di Gianmarco Pozzecco, da allenatore a Varese, da commissario tecnico in nazionale, da intimo amico ora che i ruoli si assomigliano.
Per lui, il Poz è come un figlio. Con Charlie non c’è nemmeno il tempo di concludere la domanda, che subito esclama: «Ottima idea!».
Davvero, sarebbe bello che il Poz diventasse cittadino onorario di Varese. Ed i motivi Recalcati li elenca presto: «Istintivamente mi è venuto da dire ottima idea, quindi già capite qual è il mio pensiero a riguardo. Lo dico perché il mio pensiero è supportato da una conoscenza profonda del Poz, so quanto lui ami Varese e di quanto l’abbia amata anche in passato. Un amore che ha dimostrato da allenatore, quando ha sofferto il ruolo oltre misura, e con qualche attaccamento e con quale senso di responsabilità lo abbia portato avanti i quei mesi. Credo abbia ancora casa a Varese, quindi ripeto, è una ottima idea e senz’altro verrebbe apprezzata da Gianmarco, sapendo quanto è legato alla città e conoscendolo in generale».

(Alberto Coriele)

– «Tre sole parole: sei un pirla. Ma questa città ti vuole bene»

Andrea Meneghin e Gianmarco Pozzecco: ecco, il resto mettetecelo voi perché qui ci è già venuta su la pelle d’oca. «Pozzecco – dice il Menego – cittadino onorario di Varese? Gli dico tre semplici parole: sei un pirla. Ma sì, il Poz resterà sempre il numero uno dei pagliacci, però se dovessero dargli questo riconoscimento ne sarei felice. A parte il fatto che pensavo che la cittadinanza onoraria la si potesse dare solo agli stranieri, ma evidentemente lui è mezzo sloveno quindi ci sta. Ma poi, tornando serio, credo che questo riconoscimento gli farebbe molto piacere: perché lui con Varese ha un legame davvero particolare. Ed è un affetto reciproco, ricambiato: tutti i varesini sanno chi è Pozzecco, basta pronunciare il suo nome e tutti in qualche modo si emozionano, anche chi è più giovane e magari non ha avuto modo di vederlo giocare. È una cosa importante, che darebbe a Gianmarco un ulteriore conferma di quanto questa città gli voglia bene».
E poi, per il Menego, una chiusa con risata: «Pozzecco sarà contento di essere diventato cittadino onorario di Varese prima di mio papà». Ecco, in effetti, anche Dino qualcosina per questa città ha vinto… Facciamo che questo è un suggerimento alla Giunta?
(Francesco Caielli)