Forza Italia va all’attacco: «Il Pd crea confusione con il piede in due scarpe»

Azzuri contro i “giochi”

Referendum per l’autonomia, Forza Italia attacca il Pd: «Gioca a fare confusione». Il “gotha” provinciale degli azzurri radunato lunedì sera alla biblioteca di Solbiate Arno, ospiti del sindaco , per una serata informativa sul referendum di domenica.

È il consigliere regionale, e vicecoordinatore provinciale di Forza Italia, a tenere banco con l’illustrazione dei perché si debba andare alle urne e votare Sì. Smontando alcune delle principali critiche che vengono rivolte a Regione Lombardia, come l’accusa di una consultazione dal sapore “elettorale”, a ridosso della tornata della prossima primavera: «Il consiglio regionale ha approvato il referendum consultivo il 17 febbraio del 2015, esprimendo la sua volontà a meno di due anni dall’insediamento, un tempo non scandaloso tenuto conto che se ne è dovuta verificare giuridicamente la fattibilità».

Così Marsico lancia un appello alla partecipazione: «Se non vinciamo il referendum o se la consultazione non avrà un’affluenza rilevante, non solo un’intera generazione di lombardi non potrà più ambire a maggiore autonomia, ma anche il percorso europeo di valorizzazione delle realtà regionali non avrebbe seguito».

Ecco perché dall’assise azzurra partono bordate verso il disimpegno delle forze non di centrodestra: l’assessore bustocco lancia strali sia contro «il presidente grillino della commissione di vigilanza Rai che ha impedito le tribune elettorali sul referendum», sia contro il Pd che «gioca alla confusione, puntando ad essere compartecipe della vittoria del Si, con i propri sindaci favorevoli, ma anche dell’eventuale sconfitta, se dovesse esserci scarsa affluenza».

Pd nel mirino anche del capogruppo di Varese : «Crea confusione con le sue varie posizioni: un contraddittorio occulto. Anche perché il Sì di certi suoi esponenti è solo di facciata, dato che non si sono visti eventi sul territorio organizzati dal fantomatico comitato guidato dal sindaco Galimberti». Dal presidente di Agorà arriva l‘invito a «qualche tiratina d’orecchi agli amici leghisti che confondono le idee parlando di statuto speciale».