Funerali laici per Biggiogero. Il figlio continua a chiedere perdono

Biumo, il quartiere dove la famiglia ha sempre vissuto, intanto chiede rispetto e anche di non esprimere giudizi

Funerali laici per Ferruccio Biggiogero. L’uomo, 78 anni, è stato assassinato giovedì scorso dal figlio Alberto, 43 anni, il super testimone del caso Uva. Secondo gli amici più cari di Ferruccio le esequie laiche (e in forma privata come pare abbia richiesta la famiglia) sarebbe stata una volontà sempre espressa dal pensionato nell’arco della vita così come quello di essere cremato. Una data per la cerimonia tuttavia non è ancora stata fissata: la procura di Varese non ha ancora notificato il nullaosta per il dissequestro e la restituzione della salma ai familiari.

Nullaosta che dovrebbe arrivare nelle prossime ore: oggi, al massimo domani, data e ora della cerimonia dovrebbero essere fissate. Biumo Inferiore potrà quindi dare l’ultimo saluto ad un uomo molto conosciuto ed estremamente stimato, che al figlio Alberto aveva dedicato la vita. Alberto Biggiogero ha sempre avuto una personalità problematica. Non è mai stato violento, ma ha avuto problemi psichici in passato (tanto da tentare il suicidio in due occasioni), oltre a soffrire di dipendenza da alcol e droga. Da un anno, a quanto pare, aveva intrapreso, sostenuto dal padre, un percorso di disintossicazione. Negli ultimi mesi è stato visto molto spesso insieme al padre. Il cruccio più grande di Alberto era quello di non riuscire a trovare lavoro: a quanto pare aveva voglio di rimettersi in gioco e costruirsi un nuovo futuro. Cosa sia successo tra i due mercoledì pomeriggio intorno alle 18.30 nell’abitazione di via dei Mille dove Alberto viveva con il padre e la madre Bruna non è ancora chiaro. O meglio è certo che c’è stato un litigio. Restano sconosciuti i motivi che sono definiti futili dall’autorità giudiziaria (e in fatti a Biggiogero junior l’aggravante è contestata). Un litigio che ha visto Alberto afferrare un coltello da cucina e sferrare al padre tre fendenti: uno al petto e due all’addome.

È stato poi il quarantatreenne a chiamare il 112 chiedendo aiuto. È stato arrestato all’arrivo della polizia di Stato: ha confessato davanti al pubblico ministero Flavio Ricci nella notte tra giovedì e venerdì. Interrogato sabato mattina dal gip Anna Giorgetti, Biggiogero si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non per sottrarsi al confronto, come ha precisato il difensore Stefano Bruno, ma perché poco lucido in quanto sconvolto dall’accaduto. Sconvolto e pentito: Biggiogero junior chiede costantemente perdono. Biumo, dove la famiglia ha sempre vissuto, intanto chiede rispetto e chiede di non giudicare. «Nessuno ne ha il diritto – spiegano i vicini di casa – soltanto i magistrati potranno e dovranno. Chi commenta, chi giudica o punta il dito, non rispetta Ferruccio. Non rispetta la vita che quest’uomo ha dedicato all’aiuto del figlio». Al momento dell’omicidio in casa c’era anche Bruna moglie della vittima e madre dell’omicida. La donna soffre di una grave patologia. Quasi certamente non potrà essere ascoltata dagli inquirenti.
S. Car.