Il processo Alcatraz finisce a “Le Iene”. La Procura è pronta a denunciare

Nel febbraio 2014 tre detenuti evasero dal carcere in modo rocambolesco, calandosi dalla finestra dopo aver segato le sbarre

Alcatraz a Le Iene: denunce a pioggia. La procura di Varese pronta a presentare querela per diffamazione e violazione del segreto istruttorio. Nel servizio compaiono atti non ammessi al processo. E , 43 anni, imputato nel processo che si è rivolto alla trasmissione televisiva è indagato in altro procedimento. Alla guardia giurata è stato notificato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini per un secondo procedimento che lo vede protagonista. Secondo l’accusa Cassano, che davanti alle telecamere de Le Iene si è

dipinto come vittima della procura di Varese (e anche per questo sarà denunciato) è indagato per truffa ai danni dello Stato. Per 10 anni, stando a quanto accertato dagli inquirenti, durante i permessi parentali o chiesti per malattia, avrebbe in realtà lavorato come buttafuori in locali tra Italia e Svizzera. Di fatto, per la procura, avrebbe finto di stare male, incassando in ogni caso gli indennizzi, andando a lavorare altrove e intascandosi così un doppio stipendio. Alcatraz è un processo molto famoso in provincia di Varese. Nel febbraio 2014 tre detenuti evasero dal carcere di Varese in modo rocambolesco. Si calarono dalla finestra, dopo aver segato le sbarre con delle lime, e fuggirono ammonticchiando bidoni nel cortile per saltare il muro di recinzione. Nessuno sentì nulla sulla carta, c’erano state telecamere stranamente spente. Per la procura è apparso chiaro da subito che qualcuno aveva aiutato i fuggitivi, tutti ripresi in 48 ore. A processo oggi ci sono 5 guardie penitenziarie, tra cui Cassano, accusato tra l’altro di aver chiesto a uno degli evasi di far picchiare il suo comandante “reo” di far rispettare le regole. Cassano, che è il solo imputato a comparire nel servizio de le Iene, si sarebbe rivolto al programma televisivo. Facendo un autogol. Cassano, afferma di essere estraneo ai fatti perché quella notte si trovava nella porta carraia all’ingresso dei Miogni e da quel punto non poteva sentire i fuggiaschi che segavano le sbarre. Fin qui alla tv, ma in aula alcune testimonianze sono state di segno opposto: i colleghi di Cassano hanno riferito come da quel punto di notte si sentano tutti i rumori del piccolo carcere di Varese. Un agente, interrogato, ha affermato ad esempio di aver udito distintamente le lime che segavano le sbarre durante una simulazione, nel sopralluogo che gli inquirenti effettuarono nel maggio 2014. Cassano afferma di essere stato arrestato sulla base di questa accusa ma anche a causa della parola di un detenuto (che si trovava sopra la cella dei fuggiaschi e parlò con loro dell’evasione) che lo aveva tirato in mezzo facendolo passare per complice. Nella scorsa udienza quel testimone ha confermato le accuse. Nulla di quanto apparso nel servizio televisivo appare vero. Di qui la decisione della procura di procedere con le denunce.