«La Quiete va salvata. Tutti insieme si può»

La Clinica - Senza differenze di colore e ideologie, la politica si sta muovendo per sostenere i lavoratori

– Il destino della Quiete continua a rimanere al centro del dibattito politico. E diventa oggetto di un confronto tra centrodestra e centrosinistra. E se il governatore Roberto Maroni ancora non si è espresso, lo fa il consigliere regionale della Lega Emanuele Monti. «La Lega Nord si è interessata della vicenda della Quiete ancora in tempi non sospetti – sottolinea Monti – c’è stato l’intervento del segretario cittadino Marco Pinti e successivamente il mio interessamento.

Ho organizzato un incontro informale a margine di un convegno, fra il Governatore Maroni, il direttore generale della Sanità Daverio e una rappresentanza di lavoratori della struttura». Monti ricorda come «la casa di cura “La Quiete” di Varese, rappresenti un’eccellenza, attiva sul territorio dal 1919» e ribadendo la necessità di «tutelarne le specialità e i posti di lavoro ad essa collegati». «Certamente fa piacere – prosegue Monti – che il Pd, anche se con un ritardo di qualche mese, si sia interessato a questa situazione e do atto di come l’intervista di Alfieri a “La Provincia” abbia riportato il tema sui giornali del territorio. Considerata comunque l’importanza della posta in gioco, non vorrei che qualcuno, come ad esempio il sindaco Galimberti, ne approfittasse per cercare di “mettere il cappello” su una questione che non deve avere colore politico». Qui arriva quindi la polemica sul fatto che, secondo il leghista, il Pd potrebbe pensare di strumentalizzare la vicenda. «In questo non posso che auspicare il massimo della collaborazione da parte di tutti gli attori in campo. Dal canto mio nei prossimi giorni incontrerò il governatore Maroni per fare il punto sulla situazione e decidere come procedere, anche in vista dell’asta giudiziaria che si terrà questo 25 luglio». La buona notizia è quindi che, grazie a Monti, il presidente della Regione entrerà finalmente sulla questione della Quiete. Guardando alle vicende delle ultime settimane, quando è “esploso” il problema della Quiete, va dato atto che i primi a muoversi sono stati, al fianco dei dipendenti, il segretario cittadino del Carroccio Marco Pinti e il sindaco Davide Galimberti (Pd). In sostanza, senza differenze di colore e ideologie, la politica cittadina si è mossa subito. Sia quella che rappresenta le istituzioni comunali, ovvero il sindaco, che il vertice del principale partito del centrodestra. Rimane tuttavia senza risposta, per il momento, la domanda del segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri: se abbiamo visto che tutta la politica, senza gli steccati in mezzo si sta interessando della vicenda, manca ancora la presa di posizione ufficiale dell’esecutivo di Regione Lombardia.