Le 106 candeline di Nonna “Cocco”. La storia di una donna eccezionale

Maria Luisa Battaglia giunse a Varese nel ’57, con il marito e i due figli piccoli, raggiungendo il resto della sua famiglia

Capelli candidi come la neve, pelle liscia come la seta: chi mai direbbe che nonna “Cocco” sta spegnendo le sue prime 106 candeline in quel di San Carlo? Eppure è vero: , come è stata registrata all’anagrafe di Bassano del Grappa, è nata il 24 settembre 1911 e ha visto ben due guerre mondiali. Ci sente un po’ poco, ma in compenso ci vede benissimo: porta gli occhiali giusto per vezzo, nelle occasioni speciali, perché

danno un tocco di classe, e lei è una splendida signora che da sempre si fa ammirare; ma per le incombenze quotidiane non le servono perché ci vede ancora molto bene per la sua bella età, e nelle sue cose è ancora perfettamente autosufficiente. Di una tempra antica, ha passato una vita a lavorare in campagna, cucinare e tirar su cinque figli: e l’alimentazione genuina non se l’è mai fatta mancare. «Il suo segreto di longevità – spiega la figlia Norma – è la frutta: ne mangia moltissima, ma è anche una buona forchetta: di diete non ne fa, adora la pasta fatta in casa e a pranzo il suo bicchiere di vino, pur tagliato con l’acqua perché in quest’ultimo periodo, sarà la stagione, ha un po’ lo stomaco delicato, non se lo fa mai mancare». Nonna “Cocco” è arrivata a Varese nel ’57, quando col marito e i due figli piccoli raggiunse i suoi tre maggiori che avevano trovato lavoro alla Malerba; e oggi vive con il genero e la figlia minore, alla quale è toccato in dono di compiere gli anni nel suo stesso giorno. «La mamma, quando nacqui in ospedale il giorno del suo quarantesimo compleanno, chiese al papà se non le avesse portato un regalino: lui le rispose che il regalo ero io, l’ultima figlia e per giunta femmina».

Una visita segnata da grandi gioie – Maria ha otto nipoti e undici pronipoti – ma anche da immensi dolori: come quello del fratello partito per la campagna di Russia e mai più tornato. Settima di quattordici figli, conserva nella sua camera una bellissima foto d’epoca con tutti i suoi fratelli, ma anche, nel mobile portatelevisore, una collezione di Madonne: «tutte le sere alle 18 in punto dice il Rosario di Lourdes guardando il canale 28» ride il genero «e tiene il volume così alto che lo recitano con lei tutti i vicini». Da sessant’anni felicemente casalinga, deriva il nome di battaglia – affibbiatole dai nipoti – dalle galline ruspanti che ha sempre tenuto nel cortile; ma la sua vera passione è l’uncinetto, con il quale crea di continuo incredibili gioielli dal sapore antico e teneramente vezzoso, infilando fra un punto e l’altro perline come fosse un gioco di bimba che si diverte a crearsi monili da diva. E proprio come una diva è stata festeggiata ieri dalla numerosa famiglia e – per il secondo anno consecutivo – anche dall’assessore alle Politiche Sociali , che ha portato in dono una pergamena con gli auguri dell’amministrazione comunale alla cittadina più longeva di Varese.