Leghisti nel mirino. Solo l’ultima minaccia

Non è la prima volte che i lumbard sono sottoposti ad intimidazioni da parte di diversi gruppi

– Nella busta recapitata alla sede della Lega varesina c’erano due lettere e due bossoli di proiettile. La prima lettera con la “firma” di rivendicazione, un simbolo dell’anarchia e quello storico di “Lotta Continua”. Il secondo foglio, dal “titolo” “Lega infame per te solo le lame”, conteneva un messaggio delirante: «Per la dignità dei fratelli oppressi dal giogo capitalista e dal neocolonialismo. Per la distruzione della razza ariana. Per un mondo nuovo e libero, per un mondo meticcio,

per l’abolizione delle frontiere. Per uno stato palestinese, per la fine del fascismo israeliano, per l’Ucraina libera dall’oppressione fascista russa». Scorrendo le cronache degli ultimi anni, l’episodio più clamoroso in assoluto ai danni del movimento leghista furono certamente i due petardi fatti esplodere nel dicembre del 2010 contro le vetrine della sede della Lega Nord di Gemonio, a poche decine di metri dalla casa dell’allora ministro Umberto Bossi, episodio che portò alla condanna di un antagonista milanese dell’area dei centri sociali. Lo scorso anno, sempre un petardo, accompagnato da scritte ingiuriose (tra cui Salvini=Mussolini), fu fatto esplodere davanti alla casa di Alessandro Porrini, candidato del Carroccio alle elezioni comunali.

E sempre a Gemonio, negli anni precedenti, fu incendiato due volte il portone della sede della Lega, in un caso furono ritrovate sui muri vicino alla sede delle minacce di morte contro Umberto Bossi. Per il resto la cronaca racconta soprattutto di episodi meno rilevanti, un po’ su tutto il territorio: scritte più ingiuriose che minacciose con le bombolette spray, imbrattamenti a colpi di uova, colla e altro, oppure striscioni intimidatori.