Mai così tanti questuanti in centro. Varesini infuriati: «Ci inseguono»

La denuncia - I cittadini si sfogano sul web ma non solo. Pattuglia dei vigili, e oggi i dati sulla repressione

– Mai così tanti questuanti a Varese. Passeggiando in una giornata qualsiasi, nelle vie centrali, di solito se ne incontrano un paio. Ieri il fenomeno era almeno raddoppiato. Cosa che conferma il trend che vuole che gli accattoni arrivino in città a “ondate”, specialmente con il treno. Si stabiliscono qui ciclicamente e vedono come va. Poi, se il volume degli incassi non soddisfa, cambiano piazza.
Il fenomeno dell’accattonaggio produce indignazione nella gente, che si sente insicura e che percepisce la presenza dei mendicanti come elemento di degrado.


Gli accattoni di ieri non sono passati inosservati. «Stamattina da piazza Motta a piazza Carducci, da corso Matteotti, sono stata “importunata” con richieste di denaro nell’ordine da tre ragazzi di coloro ormai fissi in corso Matteotti, due rom, un rumeno o etnia simile, altri due rom all’uscita dal panettiere e un altro rom ancora, che portava un cartello al collo» è il racconto di una varesina, che non è l’unica ad aver notato l’aumento di mendicanti.
Il tratto che caratterizza i questuanti varesini è l’insistenza. Sul gruppo Facebook “Varese Contro il Degrado” il tema dell’accattonaggio ha suscitato molti commenti.
Tra i quali non mancano i racconti di coloro che sono stati inseguiti dai questuanti. Il caso più tipico: entrare dal tabaccaio per prendere le sigarette con il questuante di turno attaccato alla schiena, che confida di ricevere qualche monetina o un pacchetto di sigarette intero.
Suscitare pietà, però, è l’arma vincente usata per spingere i varesini ad aprire il portafoglio e a donare qualche monetina. A Varese, non a caso, l’unico mendicante a cui è davvero difficile dire di no è la vecchina di via corso Moro, piccola, con il cappello di lana, che ripete continuamente un sommesso «aiutatemi per favore».
Il problema dei questuanti interessa il centro e la periferia della città, dove i mendicati si schierano ai semafori.
Alcuni questuanti sono dei veri e propri habitué, come quelli che si sistemano in via Caracciolo, poco lontano da villa Baragiola. Fanno i turni al semaforo: una rom al mattino e un signore di mezza età al pomeriggio.
Sicuramente (quasi) tutti i mendicanti sono persone bisognose, ma dare loro le monete non significa aiutarli, anche perché molti di loro sono vittime di racket e i soldi che racimolano non restano nelle loro mani. Paradossalmente, donare una moneta non fa altro che peggiorare le cose, aumentare il fenomeno e il numero di persone che ne sono vittima.
L’assessore alla polizia sono anni che invita le persone a non dare soldi, perché «se non ricevono soldi i mendicanti se ne vanno». I vigili, nel tentativo di reprimere il fenomeno, possono procedere a identificazione completa ed accurata oltre che al sequestro di quanto raccolto con la questua, come previsto dal vigente regolamento comunale».
L’identificazione non spaventa: ci sono rom che sono state identificate decine di volte e che puntualmente si presentano sulla strada a mendicare. Il sequestro della questua, invece, costituisce un deterrente più forte, così come il sequestro della merce ai venditori di rose.
Ieri mattina, notando la presenza massiccia di questuanti, la polizia locale è uscita con una pattuglia. «Oggi darò i dati del lavoro che abbiamo fatto in queste ultime settimane proprio per reprimere il fenomeno» conclude Piatti.