«Ormai è tardi per chiedergli scusa Restituitegli la pace, non quel Giro»

La voce. Alessandra De Stefano, inviata Rai, è una di quelli che hanno amato il Pirata

Alessandra De Stefano è un’inviata di Rai Sport che da tantissimi anni segue da vicino il ciclismo, sempre presente sulle strade del Giro d’Italia e del Tour de France. Ha conosciuto il Pirata, lo ha amato, lo ha intervistato, è andata a fondo sulla sua storia cercando di capire, di comprendere e senza mai accontentarsi delle verità di comodo.
Suo marito è Philippe Brunel, giornalista francese dell’Equipe che nel 2004 fu il primo a pubblicare un libro (Gli ultimi giorni di Marco Pantani) in grado di sollevare dei dubbi sia su Campiglio che su Rimini.


A diciassette anni di distanza, Alessandra De Stefano parla così: «Sicuramente a Madonna di Campiglio qualcosa è successo. Perché il Pirata che era sulle scale la mattina del cinque giugno non era lo stesso che era entrato nell’hotel la sera prima. Però in questo momento tutto può essere tutto ed il contrario di tutto, anche se quello che si doveva fare non è stato fatto nel 1999 e quindi ora è già tardi. Come ha scritto Brunel nel suo libro, ed era il 2004, ci sono state parecchie anomalie nei controlli e in altre situazioni. Però ci si è mossi tardi e le cose precedentemente purtroppo non sono state fatte nel modo corretto».
Di questi giorni invece le rivelazioni sulle infiltrazioni mafiose nei controlli di quella mattina: «A distanza di diciassette anni è difficile poter dimostrare qualcosa. Però la cosa che fa più male, e lo dico senza malignità, è sentire queste grida di allarme che riportano luci ed attenzioni su Pantani. Non ce lo restituiranno mai per quello che è stato. In questi giorni si è parlato tanto di queste ingerenze mafiose, io non ho gli strumenti per giudicare e nemmeno voglio farlo, mi piacerebbe però che venisse lasciato un po’ in pace».
Si è vociferato anche di una possibile restituzione del Giro del 1999, che comunque mamma Tonina non vorrebbe: «Il problema non è il palmares o voler restituire a Pantani qualcosa, perché per fare chiarezza c’è stato davvero tanto tempo. Ci fu una prima inchiesta che non portò a nulla, gli errori vennero fatti diciassette anni ed ora fare chiarezza mi pare impossibile. C’è stata tanta pressione che ha portato ad inchieste frettolose».
Le rivelazioni lasciano sì una nuova verità, ma un pugno di mosche in mano: «Ripeto, tutto quello che viene fatto ora andava fatto un po’ prima. Ora mi vorrei che venisse ridata un po’ di pace a Marco, non so cosa restituiscano a Pantani tutte queste parole, questi titoli, queste vicende. E lo dico con sincerità, non lo so proprio».