Sfregio di gelosia, sentenza rinviata . La madre della vittima: «Giustizia»

Il diciannovenne agì spinto dalla rabbia per l’ex. Il suo legale latita, si torna in aula il 15 marzo

Sfregiato dall’ex geloso di un’amica: rinviata la sentenza. Si torna in aula il 15 marzo. Il difensore dell’imputato latita: impossibile interrogare l’ultimo teste. La madre del ragazzo vittima dell’aggressione: «mio figlio un bravissimo ragazzo. Voglio giustizia. Il mio cuore è spezzato».

L’imputato è accusato di lesioni gravissime. La madre della vittima all’epoca del fatto aveva spiegato: «me lo ha quasi sgozzato». Tutto per una gelosia immotivata: tra l’ex dell’aggressore e la vittima non c’è mai stata alcuna relazione. Si trattava soltanto di un’amicizia tra colleghi. Tutto risale al 29 agosto 2015. La vittima, 22 anni, lavora in un supermercato di Varese ed è stata accoltellata da un diciannovenne, ex fidanzato di una collega con la quale, però, il ventiduenne non ha mai avuto alcuna relazione.

Durante l’aggressione l’accoltellatore avrebbe urlato «vai a letto con Deborah», ma era soltanto una follia. Il pm prima ha accusato l’aggressore di tentato omicidio, quindi ha derubricato in lesioni gravissime, visto che la vittima è rimasta sfregiata per sempre. Il segnale forte arrivato dalla procura è stato quello di aver depositato in quattro giorni l’avviso di conclusione delle indagini.

Il giovane aggressore è reo confesso (e del resto è stato bloccato poco dopo l’aggressione e ha agito a supermercato aperto quindi sotto gli occhi di numerosi testimoni) dichiarando di aver agito perché convinto che la ex fidanzata (collega della vittima) avesse una storia con il ventiduenne. La ragazza, tra l’altro ascoltata a sua volta dagli inquirenti, ha spiegato che la relazione era finita da tempo (non da un mese come dichiarato dall’aggressore) e che il diciannovenne non si era mai rassegnato infastidendola.

Una gelosia quindi del tutto immotivata: tra il ferito e la ex dell’accoltellatore non c’è mai stata alcuna relazione. Il diciannovenne ha parlato di voci che gli erano state riferite. Voci che, qualora siano davvero esistite, altro non erano che pettegolezzi sciocchi del tutto infondati.

La vittima e i suoi famigliari dovranno attendere la prossima udienza per avere giustizia. Il pentimento del dicinnovenne, e l’ammissione delle proprie responsabilità, avrebbero anche potuto essere propedeutici alla richiesta di un patteggiamento. Ma così non è stato. Si è arrivati al rinvio a giudizio e qui di al processo. , legale di parte civile spiega: «i familiari del mio assistito vogliono soltanto vedere ristabiliti verità e giustizia».

In particolare è la madre della giovane vittima a voler sottolineare che il figlio «è un gravissimo ragazzo». Finito nel mirino di un violento che avrebbe agito in preda ad un’immotivata gelosia. Violento che si è poi pentito di quanto ha fatto. Ma i familiari della vittima vogliono arrivare alla conclusione di un processo per loro molto doloroso.