Truffa assicurativa da un milione di euro. Il reato potrebbe andare in prescrizione

La donna è accusata del raggiro di oltre cento persone, che avrebbero pagato polizze mai stipulate

Polizze assicurative fantasma: truffa da un milione di euro. La prescrizione scatterà tra un anno: molto probabile non si arrivi nemmeno alla sentenza di primo grado prima che la scure si abbatta sul processo, privando tutti della dovuta giustizia. Tutti: l’imputata che se innocente non se lo vedrà riconoscere da una sentenza cristallina.

I cittadini, perché se invece l’imputata dovesse essere colpevole non sarà messa di fronte alle proprie responsabilità. E le parti civili che per vedersi risarcire il maltolto dovranno affrontare una seconda causa, civile, vedendo passare altri anni prima di arrivare a una soluzione. Alla sbarra un’assicuratrice titolare di un’agenzia di Varese, castronnese di 48 anni, accusata di aver raggirato decine di clienti. Impressionante infatti è il numero di persone che il pubblico ministero Sabrina Ditaranto, che ha coordinato le indagini,

ha individuato quali vittime: più di un centinaio di clienti si sono ritrovati da pagare polizze mai stipulate stando all’accusa. Tra le parti civili anche la stessa compagnia assicurativa che imputa alla presunta truffatrice danni materiali e di immagine. L’assicuratrice, in passato, risultava proprietaria di una lussuosa villa in Kenya con tanto di piscina. Il bene, però, sarebbe andato perduto, così come persi sono andati i soldi contenuti sui conti correnti. Il pm Ditaranto aveva subordinato la richiesta di patteggiamento avanzata dai legali dell’imputata al risarcimento di tutte le vittime. L’offerta risarcitoria avanzata dall’imputata è stata però giudicata iniqua. Le sfumature della presunta truffa contestata sono tante e variegate. Per l’accusa, ad esempio, con i dati delle carte di credito di alcuni dei malcapitati clienti Torregrossa avrebbe aperto anche dei finanziamenti intascando il denaro e lasciando il debito ad altri. L’indagine condotta dai militari della compagnia della guardia di finanza di Varese, coordinata da Ditaranto, ha preso le mosse nell’ottobre 2011. Quando due dei clienti truffati si sono ritrovati polizze vita mai stipulate da pagare. Ne è scaturita un’inchiesta estremamente complessa, anche perché secondo gli inquirenti la donna andava avanti con questi giochetti da sette o otto anni. Al termine degli accertamenti ne è scaturito un quadro raggelante. La donna, figlia di assicuratore, era eccezionale nel carpire la fiducia altrui. Quei clienti, che la conoscevano da anni, erano amici, anzi addirittura amici di famiglia. Da parte dell’assicuratrice c’era sempre una parola gentile per tutti, l’assicuratrice sapeva se qualcuno aveva qualche problema e se ne interessava, si offriva di dare una mano. E c’era sempre qualche regalino, qualche gentilezza che la donna riservava ai clienti. Clienti che di lei non dubitavano affatto. Grazie a quella fiducia la donna, secondo la procura, avrebbe carpito i dati delle vittime, dati in suo possesso, stipulando a nome degli ignari clienti polizze e contratti fantasma intascando le provvigioni e incassando anche i premi d’incentivo per la vendita. Tra le presunte vittime ci sono numerose persone anziane. Persone clienti dell’agenzia da sempre che della donna si erano fidati a tal punto da affidarle la propria carta di credito. «Fai tu, ci fidiamo», le dicevano. E l’imputata avrebbe truffato tra i 5 mila e 30 mila euro a quei clienti. Alcuni dei quali si sono ritrovati a processo per non aver pagato finanziamenti mai stipulati. Oppure ci hanno rimesso polizze sulla vita. O i risparmi per la vecchiaia.