Vaccini sì o no? «Noi, via dall’Italia per arginare l’obbligo»

Chiara, una mamma varesina, ha scelto di trasferirsi con la famiglia all’estero anche per il decreto Lorenzin. «Abbiamo deciso di andare in uno dei 15 Paesi dell’Unione Europea che non ha prescrizioni di questo tipo»

Chiara è una madre varesina che ha scelto di non vaccinare i propri figli. E in vista del decreto che rende le vaccinazioni obbligatorie ha scelto di accelerare quello che aveva già in programma: trasferirsi all’estero, in Irlanda.

Non mi sento di aderire all’appellativo “no vax” dato ai GENITORI PER LA LIBERA SCELTA; quando mi viene chiesto perché abbiamo preso questa decisione rispondo semplicemente che siamo genitori e come tali cerchiamo di approfondire un aspetto della vita dei nostri figli che avrà delle conseguenze per certi versi permanenti.

Personalmente non riesco a capire, dopo aver letto gli eccipienti contenuti nei diversi vaccini riportati sia nei foglietti illustrativi degli stessi sia verificati da ricerche indipendenti, come tali sostanze possano essere in accordo con le raccomandazioni OMS sulla somministrazione prima dei sei mesi di vita di un neonato di sostanze differenti dal latte materno o artificiale e con l’attenzione giustamente posta per gli allergizzanti.

Mi chiedo come mai nessuno venga informato correttamente sulle 6 settimane di quarantena da rispettare dopo le vacinazioni a virus vivi attenuati (come il trivalente MPR o il tetravalente MPRV antimorbillo, antiparotite, antirosolia e antivaricella) entro le quali il soggetto vaccinato può sviluppare e trasmettere il virus, come riportato da foglietto illustrativo.

Il 5 giugno 2005 la Pontificia Accademia per la Vita ha pubblicato sul suo sito ufficiale un articolo nel quale denunciava la pratica di produrre vaccini utilizzando cellule di feti umani abortiti (il riferimento è alle cellule diploidi umane denominate WI-38 e MRC-5 presenti in molti preparati vaccinali in commercio) chiedendo ai fedeli di opporsi, anche con l’obiezione di coscienza, e di pretendere vaccini liberi da questa pratica eticamente non accettabile. Mi chiedo come mai oggi, la stessa Pontificia Accademia per la Vita abbia ritrattato quanto detto in precedenza, considerando tale pratica accettabile.

Riguardo al Decreto Lorenzin diventato legge mi chiedo: come mai l’attuale governo ha ritenuto necessario rendere obbligatorio un trattamento sanitario – venendo meno alle leggi internazionali sui diritti umani – nonostante in Italia non ci sia mai stata un’epidemia (come dichiarato più volte dagli organi nazionali e internazionali competenti) per nessuna delle 10 patologie per le quali è stata approvata in fretta e furia una legge che impone altrettante vaccinazioni obbligatorie –alcune delle quali ancora sperimentali- ad una fascia della popolazione, quella dei bambini e dei neonati, che non può decidere autonomamente se diventare o no parte di una sperimentazione farmacologica?

In questo momento come famiglia abbiamo scelto di darci un’opportunità lavorativa e un bagaglio di esperienze diverse dalla realtà italiana e non posso negare che il Decreto Lorenzin abbia pesato sulla decisione. Abbiamo deciso di trasferirci in uno dei 15 Paesi della comunità europea che non ha obblighi vaccinali per poter approfondire la questione.