Al via i prelievi sul fondale. Il lago ha la sua soluzione?

L’associazione al lavoro per accedere ai bandi per i finanziamenti

Puntare alla riattivazione del prelievo ipolimnico, attraverso il ricondizionamento dell’impianto esistente, con dei correttivi che evitino gli inconvenienti della prima fase di sperimentazione.

È questa la strada scelta dall’Associazione dei Comuni Rivieraschi (Acr) del lago di Varese, che prima della pausa estiva, ha voluto fare il punto della situazione sul risanamento delle acque e sulla risoluzione dei problemi che affliggono il bacino varesino. «L’associazione c’è, cresce e continua a promuovere interventi e azioni per migliorare il nostro lago» afferma , sindaco di Daverio e presidente pro tempore dell’Acr, che tra qualche settimana, alla scadenza del suo mandato semestrale, cederà la guida del sodalizio al primo cittadino di Azzate e attuale vicepresidente.

«L’Acr – prosegue Martino – viene spesso citata sulla stampa o sui social network, talvolta a proposito talvolta meno, con riferimento alle politiche lacuali». Giusto insomma fare delle precisazioni e comunicare direttamente ai cittadini le decisione che l’associazione ha preso e sta prendendo; a oggi, aderiscono all’Acr tredici Comuni non tutti direttamente bagnati dal lago di Varese ed altri paesi hanno segnalato il loro interesse ad aderire. L’Associazione dei Comuni Rivieraschi è insomma in salute e in crescita, pronta a fare la propria parte per combattere la piaga dell’inquinamento del lago.

«Nell’ultimo periodo lo sforzo principale è stato quello di approfondire le principali questioni inerenti il benessere del lago, continuando a confrontarci con tutti i soggetti del territorio che hanno un ruolo in merito – afferma il presidente – assumendo posizioni unitarie e su quelle provare a trovare condivisioni di tutti gli attori coinvolti, cercando di promuovere scelte progettuali e passi concreti in quella direzione».

La scelta unitaria, già raggiunta in precedenza, è quella di puntare sulla riattivazione del prelievo ipolimnico, essendo l’ipolimnio la soluzione che resta sui fondali del lago, attraverso il ricondizionamento dell’impianto esistente. «Vi sono stati contatti con la Provincia, che sta effettuando studi di valutazione sia su questo aspetto che sugli sfalci e con la Società di Tutela e Salvaguardia del Lago di Varese e del lago di Comabbio che nell’anno trascorso ha anche completato la studio idraulico sulla situazione di sfioratori e vasche, iniziando anche i primi interventi conseguenti – spiega Martino – alla fine di giugno è stato approvato di dare mandato alla Società stessa».

Il 9 giugno si è insediato il tavolo di lavoro, al quale siedono oltre a Provincia anche Ato e Alfa, con il compito di predisporre un percorso di massima per arrivare a un progetto idoneo a partecipare a bandi di finanziamento, se il prelievo ipolimnico si confermasse possibile e idoneo per il risanamento delle acque.