Casa Macchi, ci pensa Maroni: «Due milioni per farla rifiorire»

Ieri pomeriggio il Governatore, in accordo con il Comune e il Fai, ha firmato l’accordo di programma. La Regione si impegna così nel restauro della villa: un intervento che ridarà vigore all’intero centro storico

Restauro di Casa Macchi, ora si parte davvero: Comune, Regione e Fai hanno siglato l’accordo di programma. «All’inaugurazione inviteremo il ministro dei beni culturali e il presidente della Repubblica» promette il vicepresidente del Fai . «Perché qui si inaugura un’inversione di tendenza per il recupero dei centri storici». E il governatore annuncia: «Per l’anno della cultura, pronti 50 milioni per realizzare idee e progetti dei Comuni lombardi».

Nella sala consiliare del Municipio di Morazzone c’è il pubblico delle grandi occasioni, tra sindaci ed ex sindaci del territorio, assessori e consiglieri regionali (Francesca Brianza e Luca Marsico), oltre al parroco e al maresciallo dei Carabinieri, con i rappresentanti delle associazioni del territorio, per salutare l’accordo di programma a tre per il restauro di Casa Macchi tra il Fai, che ha ereditato la villa con il lascito della proprietaria Marialuisa Macchi, il Comune di Morazzone e la Regione Lombardia, che finanzierà le opere con due milioni di euro.

«Un doveroso ringraziamento va alla defunta signorina Macchi – esordisce il sindaco di Morazzone – che ha voluto far dono al Fai, e così a tutta la nostra comunità e non solo, della sua villa, affinché possa, come dice il testamento, dare lustro alla comunità di Morazzone. È il desiderio di tutti e fin da subito ci siamo resi conto che questa era un’opportunità decisiva, la chiave di volta per il rilancio e riqualificazione centro storico di Morazzone, contro lo spopolamento delle tipiche attività commerciali e per riavvicinare gli investimenti privati».

Decisiva è stato soprattutto la “benzina” al progetto messa da Regione Lombardia, con il governatore Roberto Maroni che ha staccato un assegno da due milioni di euro (uno al Comune e uno al Fai) e che, come affermato ieri dallo stesso Maroni, è ancora «a disposizione, se c’è bisogno di qualcosa in più, con l’assestamento di bilancio. Vogliamo che in tempi rapidi questo gioiello torni a splendere per i cittadini». Anche perché il governatore ammette: «Quasi quotidianamente mi arrivano richieste di contributi dai territori, e il mio compito è capire quali progetti valorizzare sapendo che le risorse disponibili per la Regione sono sempre meno. Almeno fino a quando non faremo il referendum. Ma qui non ho avuto dubbi: era da fare».

Il vicepresidente esecutivo del Fai Marco Magnifico dà merito alla visione dei suoi interlocutori: «Si bussa dove ce n’è ma se non si trovano orecchie e cuori che capiscono e ascoltano non sempre si ottiene – il plauso a Maroni – Casa Macchi è una bella casa ma non la più bella villa della Lombardia, probabilmente non arriveranno pullman di americani, cinesi e giapponesi a visitarla, ma qui la vera novità è provare a ridare vita ad un centro storico».

Per Magnifico è un’iniziativa emblematica: «La racconteremo in tutta Italia – promette – inviteremo il ministro dei beni culturali e il presidente della Repubblica, perché sarà l’inaugurazione di una inversione di tendenza. Centri storici che riacquisiscono la loro identità fondamentale. Rivitalizzare un centro storico è progetto politico molto forte, soprattutto dalle nostre parti dove si sono perse molto abitudini che legano le comunità. Spesso i centri storici diventano periferia decadente dei nostri paesi, perdono identità e si finisce per andarci solo ai funerali e ai matrimoni».

A modo suo, la piccola Morazzone prova a fare da apripista. «Cinesi e giapponesi? Non escluderei di vederli – ammette Maroni – ci sono le condizioni e la sostanza per rendere attrattivo questo bene anche fuori dai confini provinciali».