In bici tra le tappe della Memoria. Bloisi al Museo della Shoah in Israele

Il superciclista, 63 anni, è partito lo scorso 19 marzo dal lago di Comabbio

Dopo più di un mese di viaggio solitario in sella alla sua bici, , il ciclista della memoria di Varano Borghi, è giunto ieri al museo del memoriale della Shoah, lo Yad Vashem di Gerusalemme.

Il momento forse più emozionante e significativo per il pensionato sessantatreenne partito lo scorso 19 marzo dalle rive del lago di Comabbio e giunto in Israele dopo aver attraversato la penisola, toccando molti luoghi della memoria. «Sta andando tutto benissimo – ci racconta Bloisi via WhatsApp – dovunque sono stato ho ricevuto una grande accoglienza, davvero commovente; non immaginavo una cosa di questo genere». Il superciclista varesotto sta compiendo questo viaggio per rinnovare la memoria della colonia ebraica di Sciesopoli, che si trova a Selvino, in provincia di Bergamo, che ospitò centinaia di bambini ebrei dopo la seconda guerra mondiale; l’imponente stabile sta cadendo a pezzi e occorre intervenire al più presto.

In Israele, Bloisi è stato accolti proprio dagli ex bambini di Selvino, oggi ormai anziani; una battaglia per la memoria che Giovanni sta portando avanti con il professor Marco Cavallarin, docente di storia. «Da parte loro e dei loro nipoti – prosegue il ciclista della memoria – ho ricevuto un’accoglienza straordinaria; si sono detti entusiasti del modo in cui vivo la storia dei bambini di Selvino. Mi hanno adottato come loro figlio e mi hanno offerto la loro casa ogni volta che vorrò venire in Israele». Anche la televisione israeliana ha intervistato Bloisi, evidenziando la sua incredibile impresa; anche tanti ciclisti israeliani, come accaduto durante le tappe italiane del viaggio, hanno voluto accompagnare per un tratto di strada le pedalate di Giovanni.

Nel corso del suo viaggio lungo lo stivale, prima di imbarcarsi a Brindisi per la Grecia, il ciclista di Varano ha incontrato migliaia di persone, tra cui molti giovani, che gli hanno regalato dei braccialetti portafortuna. Altri, compresi dei varesini, gli hanno affidato oggetti e fotografie storiche, risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, da portare allo Yad Vashem ieri mattina, come il gagliardetto consegnatogli dagli studenti del liceo scientifico di Casoli, in provincia di Chieti, dove ha fatto tappa il 3 aprile.

Le soddisfazioni per gli incontri avuti e per l’accoglienza ricevuta supera di gran lunga la fatica fisica; in questi giorni Giovanni ha pedalato sotto i 36 gradi tra Tel Aviv e Gerusalemme. Non sono mancati poi un paio di guai tecnici alla bici, che nel volo tra Atene e la capitale israeliana era stata anche smarrita; l’ottimismo e il sorriso di Bloisi hanno avuto sempre la meglio, anche sui rigidi controlli aeroportuali.

«Agli addetti alla sicurezza ho raccontato la storia dei bambini di Sciesopoli e sono stati tutti gentilissimi» spiega Giovanni che resterà ancora alcuni giorni a Gerusalemme ospite di nipoti di ex bambini di Selvino. «Non so ancora quali saranno le prossime tappe – conclude – perché ho conosciuto molte persone che mi vogliono ospitare».