Ippoterapia al galoppo. Per sorridere all’integrazione

Sumirago - Ecco a voi il ”Dottor Cavallo”: vi aspetta tutti al Centro Ippico Badi Farm per stupirvi

«Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo.» Già Shakespeare faceva pronunciare questa frase al suo Riccardo III nell´opera teatrale Vita e morte di re Riccardo III. Il legame tra uomini ed equini è un filo rosso che attraversa i secoli. Un cavallo può essere tante cose: mezzo di trasporto, simbolo di ricchezza, grazia in movimento, partner, amico e anche terapista. Ragazzi con disabilità fisiche o psichiche possono trarre molti benefici venendo a contatto con questo splendido animale.

Nel centro ippico Badi Farm di Sumirago si svolgono corsi di formazione per tecnici di ippoterapia. Ma cos’è l´ippoterapia e quali caratteristiche deve avere un tecnico specializzato.
«Innanzitutto dobbiamo dividere il mondo dell’equitazione per persone con disabilità in due grandi gruppi – spiega il titolare del Badi Farm, Ferruccio Badi – Il primo è legato all’ippoterapia, alla Federazione e a organismi dedicati con i loro corsi dove l’operatore, in congiunzione con psicologi, fisioterapisti e uno staff medico, può intervenire su patologie e problematiche in modo specifico. Il secondo è il mondo della ricreazione sportiva per disabili, in cui il cavallo diventa il mezzo per potersi esprimere. Special Olympics si pone in questa fascia per dare un’espressione agonistica a questo segmento».Quali competenze deve avere un tecnico d’ippoterapia?«Penso che un tecnico debba conoscere bene il cavallo, debba poterlo «abbinare» all’atleta speciale e prevedere reazioni e comportamenti del binomio. Negli appositi corsi imparerà le differenze e le particolarità fisico-cognitive dei portatori di handicap. Nel caso dei disabili fisici, il compendio del tecnico deve poter sanare ogni deficit».
È il tecnico di ippoterapia a occuparsi della preparazione dell’animale?«Parlando di cavalli western domati e addestrati per discipline di Performance, i cavalli sono già adatti ai disabili. Bisogna tenere conto che, per esempio, una parte dell’addestramento viene compiuta roteando il lazzo. In questo modo l’animale è abituato anche alle situazioni più estreme che ogni tanto possono accadere. Sempre più, ma solo in questi anni in Italia, specialmente con l’uso della sella western, si scopre che si può fare a meno di maniglioni e di attacchi strani alle redini e alla sella. Perciò il mondo western abbraccia i disabili».
Perché l’ippoterapia è importante per un disabile ? quali benefici può trarne?«Sicuramente è una relazione positiva che apre un mondo spesso sopito di sensazioni, possibilità e forza. Ho avuto esperienza con molti di loro e i sorrisi sono il risultato dell’abbinamento cavallo/disabile. Inoltre, tramite lo staff di Special Olympics, abbiamo inserito in modo ancora più marcato il diversamente abile in un contesto di raffronto con il normodotato anche nell’agonismo». L’ippoterapia ha un buon riscontro nella provincia di Varese?«In merito alla sana e concreta integrazione penso che grazie a Special Olympics in provincia di Varese si sia lanciati al galoppo».