Maltrattamenti ai propri figli e al compagno. Mamma nei guai

Induno olona: una donna, di origini brasiliane, finisce alla sbarra al tribunale di Monza

Avrebbe maltrattato l’ex convivente e i due figli, entrambi minorenni al tempo dei fatti, abbandonandoli anche per periodi prolungati nel tempo. Una mamma di origini brasiliane, residente a Induno Olona è finita sul banco degli imputati in tribunale a Monza. Oltre ai due ragazzi, uno diciottenne da pochi giorni, l’altro ancora minorenne, tra le parti lese c’è anche l’ex convivente, un uomo del 1971, originario di Mariano Comense.

I fatti contestati dalla Procura di Monza risalgono al periodo compreso tra maggio 2007 e aprile 2011, quando la famiglia viveva a Giussano in provincia di Monza Brianza. Le accuse della Procura di Monza nei confronti della donna, rappresentata dal Vice Procuratore Onorario Paola Zimbaldi, peraltro, sono molto gravi. Secondo l’accusa, infatti, la donna di origini brasiliane avrebbe «maltrattato convivente e figli allontanandosi frequentemente per periodi anche lunghi (ad esempio dal 21 dicembre 2010 al 14 febbraio 2011) dal nucleo familiare disinteressandosi dei figli (il maggiore nato da una precedente relazione), distruggendo anche suppellettili davanti ai minori, minacciando anche di morte il convivente».

Sempre secondo l’accusa la madre sarebbe anche tornata al mattino più di una volta ubriaca. L’imputata, ieri mattina era presente in aula a Monza, davanti al giudice Alessandro Rossato. Ha fornito la propria versione dei fatti rigettando le accuse della Procura: «Nel 2010 sono andata in Francia per una trentina di giorni. Avrei voluto portare con me i miei figli». «Il ragazzo – ha incalzato il Vpo – alle maestre ha però raccontato di non averla mai sentita al telefono in quel periodo».

«Non è vero – ha replicato – peraltro quando sono tornata dalla Francia, dove ero andata a trovare mia zia, non mi hanno fatto più rientrare e sono andata da mia sorella. Non ho mai detto che lo avrei ammazzato. Lui era arrabbiato perché non voleva che la relazione terminasse. Non ho mai capito la sua rabbia. Non voleva che io rivedessi i miei figli». Si torna in aula tra qualche mese quando verranno ascoltati altri testimoni prima della sentenza.