«Pestata perché dell’Isis». Ma non c’è nessuna prova

Il giallo - Le telecamere smontano la ricostruzione della sorella dei Khachia: nulla coincide con il suo racconto

Rapita, accusata di terrorismo e picchiata: non c’è nessuna conferma. La Procura va verso l’incriminazione per simulazione di reato. Non si mette bene per la sorella di e ,che lo scorso 25 maggio aveva denunciato di essere stata vittima di un rapimento con pestaggio da parte di due incappucciati che l’accusavano di essere una terrorista.

Abderrahmane Khachia è stato arrestato a fine aprile nel corso di un’operazione antiterrorismo perchè sospettato di essere membro attivo di una cellula di fanatici adepti dell’Isis pronti a organizzare attentati in Italia. Oussama, l’altro fratello, era stato espulso nel gennaio 2015 dopo aver fatto proclami di vicinanza alla jihad attraverso i social network ed è morto nel dicembre dello stesso anno come foreign fighter in Siria combattendo contro gli “infedeli” nei territori del Daesh.
La sorella aveva detto di essere stata fermata per strada alle 17 e caricata su un’auto da due uomini con un cappuccio in testa. I due avrebbero anche imboccato una strada in contromano, facendola girovagare, picchiandola e dicendole che per questa volta non l’avrebbero violentata perchè terrorista.

Di questo racconto, però, non c’è alcun riscontro. Gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero , hanno visionato i filmati delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso la maggior parte del tragitto che la donna ha detto di aver percorso in auto con i rapitori.
Nessuna immagine mostra il “carico” dell’ostaggio in auto o lo “scarico” della donna a pestaggio avvenuto. Non c’è niente. Niente sul contromano. Nemmeno i tempi coincidono. Le ferite, poi, sono graffi superficiali che per il medico legale potrebbero essere stati autoinferti.


Gli inquirenti, proprio per andare sino in fondo e verificare tutto, anche l’ipotesi più improbabile, hanno inoltre controllato tutte le targhe delle dieci auto riprese dalle telecamere. Nessuna delle auto appartiene a persone già segnalate per comportamenti xenofobi. Di quel rapimento con pestaggio (7 giorni di prognosi) non c’è traccia alcuna. I sospetti che la donna possa aver inventato tutto a quanto pare avrebbero trovato conferma.
L’autorità giudiziaria potrebbe decidere già in queste ore di iscrivere la donna nel registro degli indagati con l’accusa di simulazione di reato. A questo punto si lavora per capire il perchè. Cercare di riscattare la famiglia visto che anche i genitori sono stati espulsi? Oppure per paura? Qualcuno forse ha minacciato la donna che ha ingigantito tutto in cerca di protezione? O si è trattato di un escamotage per poter dire che tutto ciò che era stato contestato ai familiari era falso e che lo Stato italiano l’aveva messa in pericolo?