«Il letto del fiume è pieno di detriti. Così è una bomba ad orologeria»

L’allarme - Il sindaco Passera preoccupato per i rischi in caso di piena: «Non dormo tranquillo la notte»

«Il letto del fiume Giona è una bomba a orologeria». Non usa mezzi termini, né giri di parole, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, per denunciare con forza pubblicamente la situazione di pericolosità del torrente che scorre in paese.
Le abbondanti piogge di questi giorni non hanno fatto altro che aggravare il rischio di esondazione del corso d’acqua che si immette nel lago Maggiore. «La situazione non mi lascia tranquillo la notte – prosegue il primo cittadino –

capisco che la legge consideri un bene il materiale contenuto nel letto del fiume, capisco anche che Regione Lombardia, che ha competenza diretta sul Giona, debba fare gare pubbliche per trovare qualcuno che paghi per portarsi via il materiale, ma io sono il sindaco e a me tocca la responsabilità dell’ordine pubblico e della sicurezza». Dando uno sguardo al corso d’acqua, si nota la presenza di tanti alberi lungo gli argini, alcuni dei quali di grandi dimensioni, che in caso di piena potrebbero venire trascinati a valle, contribuendo a ingrossare la portata del Giona. Se poi si considera che il corso del fiume è sovrastato da numerosi ponti e attraversamenti, si comprende come il rischio di ostruzione causato da tronchi e arbusti, possa causare un’esondazione. Senza contare il materiale formato da sassi, pietre e terriccio che si trova in grande abbondanza sul letto del torrente che nasce in Val Veddasca.

«Capisco che il comparto dell’edilizia e delle strade sia sostanzialmente fermo e che nessuna impresa sia interessata a sborsare del denaro per portarsi in magazzino montagne di materiale in attesa di tempi migliori, ma si fa sempre un gran parlare di protezione civile e di prevenzione dei rischi e poi si tollerano situazione come quella del fiume Giona; io non ce la faccio più a tacere» attacca Passera. L’amministrazione comunale si è mossa con la Regione e con l’ente competente, lo Ster di Varese, per cercare di trovare una soluzione e pulire finalmente il letto del fiume, soprattutto nel tratto interno al centro abitato di Maccagno.

Nella memoria del sindaco e dei cittadini ci sono ancora le immagini dell’alluvione che colpì il paese a ottobre 2014. «Abbiamo appreso la notizia che la Regione finanzierà con 800 mila euro il consolidamento dei versanti, ma a partire dal 2018 – spiega il sindaco – abbiamo fatto tutti i passi necessari ma ottenuto solo promesse vaghe; non possiamo aspettare due anni. Non ce l’ho con lo Ster; abbiamo fatto diversi incontri, ma la risposta sono sempre i vincoli contenuti nella norma». Il primo cittadino chiama in causa la politica. «La politica deve prendere una posizione emergenziale – conclude Passera – prima che ci scappi la tragedia; basta con le promesse vaghe del forse e del domani. Tutti sappiano la condizione che stiamo vivendo».