Il valico chiuso ora è un caso europeo. Incontro urgente anche alla Farnesina

L’ambasciatore svizzero: «Misura temporanea». Comi: «Ora provvedimenti»

È diventato un caso nazionale ed europeo, come auspicato dai sindaci della zona e anche dalla mozione approvata martedì in consiglio regionale, la chiusura della frontiera di Ponte Cremenaga decisa dalla Svizzera per un periodo sperimentale di sei mesi, a partire dal 1° aprile, per motivi di sicurezza.

Il ministero degli Esteri italiano ha convocato d’urgenza alla Farnesina l’ambasciatore svizzero Giancarlo Kessler, il quale ha spiegato trattarsi «di una misura temporanea e sperimentale che andrà presto rivista nel quadro di un ulteriore miglioramento della collaborazione tra forze di sicurezza, alla luce dell’accordo vigente tra le forze di polizia dei due Paesi». Dura la presa di posizione contro la Confederazione Elvetica da parte dell’europarlamentare varesina di Forza Italia Lara Comi, la quale, in una nota, chiede di «prendere urgentemente provvedimento europei contro la Svizzera per il mancato rispetto dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone a seguito dalle chiusura dei tre valichi il 1° aprile».

La Comi ha inviato una lettera a Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Europea della Ue. «È necessario da parte della Svizzera – afferma la deputata europea – assicurare l’apertura senza limiti orari dei valichi tenendo conto che ci sono lavoratori transfrontalieri che non hanno orari di lavori tradizionali o che raggiungono il posto di lavoro la mattina molto presto; è necessario porre fine a questa situazione che desta preoccupazione e che compromette sempre di più i rapporti tra Italia e Svizzera».

Soddisfatta per la convocazione alla Farnesina dell’ambasciatore svizzero si dice anche la Provincia di Varese. «È stato così accolto l’invito dei sindaci della Comunità Montana del Piambello a reagire alla provocatoria, quanto incomprensibile, decisione svizzera» commenta il consigliere provinciale Paolo Bertocchi (Pd), il quale ha partecipato alla riunione della Regio Insubrica. «La chiusura dei valichi è una decisione che ha a che fare più con la propaganda che con la sicurezza, visto che le forze di polizia dei due Paesi stanno lavorando sempre più in sinergia» conclude Bertocchi. «Non possiamo accettare passivamente simili iniziative – commenta il consigliere provinciale Giuseppe Taldone (Fi) – non è corretto nei confronti di chi vive questo territorio ed è costretto spesso a inevitabili pendolarismi».