«Salviamo le aziende o il territorio morirà»

Confartigianato dopo la chiusura annunciata di ItalTrasfo e Ascanio Masci: «Non esistono solo i frontalieri»

Solo le imprese possono salvare la zona del luinese e della Valcuvia dalla crisi e dalla desertificazione produttiva. Confartigianato Imprese Varese interviene sull’attuale grave situazione che investe l’Alto Varesotto dopo la notizia della doppia chiusura entro fine anno di due aziende storiche come la ItalTrasfo e l’Ascanio Masci, entrambe con sede a Germignaga. Solo l’anno scorso, aveva chiuso i battenti la Imf di Luino con i suoi oltre cento posti di lavoro persi; sempre a causa di problemi economici, a giorni chiuderà anche la casa di riposo di Agra.

«Da mesi raccogliamo i timori degli imprenditori – afferma , presidente di Confartigianato Varese – quest’area non potrà sopravvivere senza aziende e senza produzione manifatturiera; prima se ne avrà consapevolezza e prima si potrà reagire con efficacia. Noi siamo disponibili al confronto».

Già all’inizio dello scorso mese di giugno, l’associazione di categoria aveva recepito le preoccupazioni di aziende della zona, che purtroppo, dopo solo pochi mesi, si sono rilevate fondate.

«Per l’intera estate abbiamo raccolto voci, cifre, bisogni, speranze e idee, ma soprattutto abbiamo avvertito il forte senso di responsabilità di imprenditori consapevoli del fatto che, parte del benessere del territorio, dipende dal mantenimento delle loro attività e della relativa occupazione che esse generano, sul territorio» prosegue Galli. Senso di responsabilità, unito alla consapevolezza di dover salvaguardare professionalità e competenze manifatturiere.

Cosa fare per ribaltare una situazione così preoccupante? «Nel luinese mancano le condizioni per vincere la sfida della competitività, non solo nei confronti della Svizzera, ma in termini generali» dichiara Galli. Per ovviare a questo gap, Confartigianato ha messo sul tavolo un progetto di legge orientato ad aumentare il netto in busta paga per i dipendenti delle aziende di confine e residenti nelle stesse aree di confine e da un progetto formativo destinato a rispondere ai bisogni occupazionali.

L’associazione di categoria si sta confrontando con tutti i rappresentanti varesini di Provincia, Regione e Parlamento. «Non intervenire rapidamente e sinergicamente significa abbandonare il luinese a un impoverimento irreversibile, dettato dal fatto che non può, un’area tanto strategica quanto complessa, fare conto solo sugli incerti ristorni dei frontalieri e sulle attività derivanti da un turismo non strutturato» conclude Galli.