Tutti a scuola di segni per aiutare il compagno

La mozione del sindaco di Maccagno: «No alle campane di vetro»

Un bimbo di sei anni non udente e una comunità motivata a non farlo sentire isolato: il Comune riconosce la lingua dei segni. E fatto ancora più importante il giovedì pomeriggio i compagni di scuola del piccolo andranno a scuola di Lis. «Il nostro obiettivo – spiega il sindaco di Maccagno – è coinvolgere il maggior numero possibile di persone. Il traguardo è chiaro: il piccolo non deve sentirsi isolato e deve poter comunicare con coetanei ed adulti».

La mozione che promette di far diventare Maccagno un esempio esportabile in tutta Italia sarà votata domani sera in consiglio comunale: saranno presenti anche i familiari del piccolo. Il testo della mozione chiede «il riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana ma anche ad impegnare l’amministrazione comunale a rimuovere ogni ostacolo al suo utilizzo e a sensibilizzare iniziative che promuovano l’utilizzo di questo alfabeto che permette a chi non sente di non rimanere chiuso in una campana di vetro».

Maccagno ha peró già fatto molto per il piccolo non udente. «Il bimbo ha frequentato quattro anni d’asilo qui – spiega Passera – e subito è apparso chiaro che dovevamo intervenire, di concerto con la famiglia, affinchè potesse comunicare con insegnanti e compagni». Grazie ad uno sforzo congiunto, quindi, il piccolo è stato affiancato durante le ore trascorse all’asilo da un’interprete. «Una traduttrice vera e propria che faceva da tramite tra le insegnanti, i compagni e il piccolo» spiega il sindaco.

La sorpresa più bella è arrivata dai compagni d’asilo: «I bambini, spontaneamente, hanno iniziato a imparare qualche segno per poter comunicare con lui – spiega Passera – e alla fine ci sono riusciti creando un linguaggio magari non perfetto ma che funziona. I bambini del resto sono bambini, siamo noi adulti che vediamo in ogni cosa un problema insormontabile. I compagni non hanno visto un bimbo diverso, semplicemente un piccolo che comunicava in un modo tutto suo. E si sono adattati».

Ed è arrivata la prima elementare. Qui le cose cambiano: serviva uno sforzo ulteriore per poter apprendere oltre che comunicare. «Abbiamo fatto un altro pezzo di strada insieme – spiega Passera – oggi ci sono tre figure che assistono il piccolo permettendogli di apprendere. Nella classe del bimbo abbiamo posizionato una lampadina che si accende quando la campanella suona in modo che il bambino segua in tutto e per tutto i ritmi dei compagni». Domani il comune riconoscerà come lingua il Lis: «Vogliamo promuovere nuove iniziative che coinvolgano il maggior numero di persone possibili».