MILANO – Non passa in Consiglio regionale la proposta di estendere a livello nazionale l’obbligo di vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale (RSV). A spaccare la maggioranza è stata l’astensione di Lega, Lombardia Ideale e Fratelli d’Italia, che ha determinato il pareggio nella votazione e quindi la bocciatura del punto centrale della mozione presentata da Forza Italia e sostenuta dal Pd. I cinque stelle non hanno partecipato al voto.
Via libera invece agli altri due punti del documento – illustrato dal consigliere azzurro Jonathan Lobati – che chiedono al ministero della Salute di uniformare i criteri di somministrazione della profilassi, oggi diversi tra Regione e Regione, e di promuovere su scala nazionale la vaccinazione per le donne in gravidanza, con l’obiettivo di proteggere sia le gestanti sia i neonati.
Il nodo politico resta però sull’obbligo vaccinale: la proposta ha raccolto 31 voti favorevoli, 31 astenuti e 2 contrari (i consiglieri Cosentino e Cappellari). Un esito che ha scatenato la reazione di Forza Italia: «Il nostro punto chiave – hanno spiegato in una nota – è stato affossato per un posizionamento ideologico dei nostri stessi alleati. Eppure i dati parlano chiaro: da oltre 6.000 accessi al pronto soccorso per RSV nelle stagioni 2022/23 e 2023/24 si è passati a 1.500 nell’autunno-inverno 2024/25, con i ricoveri ridotti da 2.350 a meno di 600».
Gli azzurri difendono la linea della prevenzione, sottolineando come la Lombardia garantisca già la possibilità di immunizzazione gratuita: «Estendere questo modello a livello nazionale significa salvare vite. Non ci fermeremo: la politica non può ignorare l’evidenza scientifica». Ma dopo l’esperienza del Covid, ormai, le certezze granitiche sui vaccini sono crollate e a difendere l’obbligo vaccinale sono rimasti solo Forza Italia e Pd.