“Innovare e fare sistema per battere la crisi”

VARESE Collaborare mettendosi in rete, innovare prodotto e processo produttivo, esplorare nuovi mercati, investire in ricerca e sviluppo. Sono questi i fattori che in molti casi hanno decretato il successo delle imprese varesine, presentate alla Giornata dell’economia dagli esperti accademici varesini, come esempi per reagire alla crisi.

Scelte di innovazione, innanzitutto, «prese nei momenti di vacche grasse, per affrontare a testa alta la crisi», illustrate da Giacomo Buonanno, preside della Facoltà di Ingegneria dell’università Cattaneo di Castellanza. Ad esempio quella “di prodotto” realizzata da Ecocostruire, azienda edile di Porto Ceresio che si è convertita all’utilizzo soltanto di materiali naturali «rispettosi dell’ambiente secondo i principi della bioedilizia – come spiega uno dei soci Roberto Michelon – un’idea è nata per esigenze personali, costruire la mia casa,

e diventata idea di business per innovare l’impresa tradizionale di mio padre». Oppure l’innovazione di processo, modificando la produzione dalle sfere per le valvole del settore petrolchimico, da quelle piccole a quelle grandi che consentono di affrontare meglio la concorrenza asiatica, come ha fatto la Lino Liviero di Mornago: «Abbiamo dovuto realizzare un grande investimento, cambiare i macchinari – spiegano dall’azienda – ma così riusciamo a reggere la concorrenza e stare sul mercato».

E poi, ha illustrato Federico Visconti dell’università della Valle D’Aosta, si possono poi esplorare nuove possibilità di mercato. Come ha fatto la Sicad di Uboldo, gruppo di 7 aziende produttrici di nastro adesivo: «Nonostante il pesante calo di lavoro, non abbiamo utilizzato cassa integrazione – dice Marco Zucchiati – abbiamo diversificato prodotti e i mercati internazionali, riuscendo ad attenuare gli effetti della crisi». O come la Ilop di Cunardo, tra i primi gruppi italiani di ottica: «Con l’avvento della crisi, abbiamo operato un riassetto aziendale rivoluzionando il sistema dei magazzini – racconta l’amministratore Michele Giroldi – dopo un anno e mezzo abbiamo visto il fatturato tornare a crescere del 10%». Oppure come la storica gioielleria Parravicini di Varese, che ha cominciato con successo l’avventura dell’e-commerce: «Abbiamo un sito strutturato con 30-50mila visitatori al mese– spiega Marco Parravicini – facciamo vendita a distanza e promozione sui vari strumenti del web».

Infine c’è la ricerca e sviluppo, che, come ha spiegato da Alberto Onetti, direttore del Credit dell’università dell’Insubria di Varese «deve essere al centro dell’attività e devono esserne gli stessi imprenditori i promotori». Quella ricerca che ha decretato il successo dell’AretaInternational di Gerenzano, azienda che sviluppa farmaci innovativi come contoterzista: «Nel nostro caso – dice Stefano Baila, responsabile sviluppo business – capacità e conoscenze del personale sono fondamentali per una sfida costruita sull’innovazione». Ma anche quella che ha permesso alla piccola Tessitura Caielli di Vergiate di creare un fazzoletto battericida o anche “strutture tessili” mischiate a resina: «Attualmente siamo in fase di brevetto – spiega Claudio Caielli – e prevediamo davvero tante applicazioni interessanti».

f.tonghini

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