Truffa delle coop sui profughi Due ministeri parte civile

VARESE Ministero dell’Interno e ministero del Lavoro parti civili nel processo contro i reponsabili delle Querce di Mamre e di Ozanam, le due cooperative legate al mondo cattolico e in particolare alla Caritas Ambrosiana. Le accuse, a seconda delle posizioni, vanno dalla truffa aggravata, al favoreggiamento dell’immigrazione cladestina, all’impiego di manodopera clandestina, al mancato versamento di contributi Inps.

Sono i reati per i quali il pm Tiziano Masini ha chiesto ieri il rinvio a giudizio per otto persone, a vario titolo coinvolte nella vicenda: si tratta di Federico Franchi, Roberto Luigi Guaglianone, Piero Magri, Davide Bossi, Angelo Tettamanzi, Milena Minossi, Paola Balzarini, Elena Casalini. L’udienza, di fronte al giudice Giuseppe Battarino, ha visto la costituzione di parte civile dei due ministeri, che hanno affidato all’avvocato Camilla Bove, dell’Avvocatura dello Stato, il compito di chiedere il risarcimento dei danni, qualora fossero accertati i reati, e nel caso il giudice si convinca che vi sono elementi per mandare a processo gli imputati, e decida quindi per il rinvio a giudizio.

La posizione delle difese è chiara: negano gli addebiti, considerando l’inchiesta un grosso abbaglio. «È un elefante che ha partorito un topolino» è il commento di uno dei legali, l’avvocato milanese Francesca Garisto. Udienza aggiornata al 3 dicembre, quando il giudice deciderà se pronunciare il non luogo a procedere o rinviare a giudizio.

e.marletta

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