Varese, trova tremila euro Straniero “salva” un italiano

VARESE Ci sono onorificenze al vivere civile che non si assegnano mai. Nessuna cerimonia, nessuna medaglia o nastrino appuntati al petto, nessun encomio solenne. Né brusii di compiacimento, battimani di gratitudine. Ci sono però onorificenze morali che vengono idealmente assegnate a chi è protagonista di storie da custodire per sempre. Una di queste è stata raccontata nei giorni scorsi dagli eventi della quotidianità varesina. Quella siepe di piccoli eventi considerati di trascurabile attenzione, e oltre la quale s’intravede

invece (si staglia) una grandezza degnissima di sguardo.
E’ accaduto questo. In via Speri Della Chiesa una persona perde il portafogli, e ci mette un po’ per accorgersene. Quando se ne rende conto, ritorna affanosamente (con immaginabile, affannata disperazione) sui suoi passi, domanda a chiunque incontri se abbia visto l’oggetto – e che prezioso oggetto – smarrito. Poi le viene in mente d’entrare negli uffici delle Acli, che stanno lì, affacciati sulla via dov’è avvenuto lo sfortunato episodio. E proprio lì, ecco la sorpresa. Lì il mondo le si ripresenta con la luce del sorriso, dopo che l’orizzonte s’era oscurato. Lì un impiegato d’origine peruviana, di nome Juan Victor, ha da poco riconsegnato il portafogli che gli è capitato di scorgere in strada. Un portafogli con dentro 3.495 euro. Tremilaquattrocentonovantacinque. I carabinieri sono già stati informati, le ricerche del proprietario avviate, la buona (buonissima) azione compiuta.
Juan Victor è un extracomunitario ormai in Italia da diversi anni. Si sente ed è un italiano a tutti gli effetti. Ama l’Italia e gl’italiani. Forse la ama (li ama) più di noi, senz’altro più di qualcuno di noi. S’è adoperato in diversi lavori, con forte umiltà e spirito di sacrificio, e ha sempre ricevuto apprezzamento, come altri della sua famiglia che vivono qui. Gente venuta da lontano e sa che cosa vuol dire essere vicini ai valori fondanti della vita. Valori non negoziabili con alcunché. Valori che non hanno cittadinanza, hanno semplicemente pregnanza etica. Juan Victor viene ringraziato dai dirigenti delle Acli e dal beneficato del suo gesto. Meriterebbe tuttavia ben altro ringraziamento.
Meriterebbe che l’episodio d’esemplare onestà che l’ha avuto per protagonista fosse diffuso con ricchezza mediatica per dimostrare quant’è povera quella parte della nostra cultura che indica nell’extracomunitario un estraneo. Un intruso. Un sopportato. Grazie, caro Juan Victor, per averci ricordato (insegnato?) che esiste un’educazione ai sentimenti così globalmente nota da non avere bisogno d’esibire il passaporto per ottenere il visto d’ingresso nei nostri cuori. Gesti come quello che tu hai compiuto, valgono un Perù.
Max Lodi

s.bartolini

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