Lega, simbolo in eredità a Renzo “Maroni così sarà incastrato”

VARESE La Lega “in eredità” ai figli di Bossi. Anzi, per ora si parla solo al primogenito del matrimonio tra il Senatùr e Manuela Marrone. Questo il timore espresso dai maroniani: «Vogliono dare la proprietà del simbolo a Renzo. In questo modo, se anche un domani Maroni diventasse segretario, loro avranno comunque in pugno il partito». La vicenda della proprietà del simbolo con l’Alberto da Giussano, quello che il Carroccio usa per le elezioni di respiro nazionale (mentre in quelle dalle regionali in giù

nel simbolo viene incastonato anche quello della Lega “nazionale”, come Lega Lombarda e Liga Veneta), continua a far discutere dentro il partito. Per anni sono girate leggende sul fatto che l’avvesse acquistato Berlusconi nel 2000, ovvero l’anno prima che Bossi tornasse in alleanza con lui per rimanerci. Tesi riportata più volte, anche da fuoriusciti del partito, come l’ex direttore della Padania Moncalvo di recente intervistato dalla televisione, e puntualmente smentita dai dirigenti di via Bellerio.

Nei giorni successivi al congresso di Varese, è stato l’europarlamentare Francesco Speroni, suocero del capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, a riportare i fatti con una versione aderente alla realtà: il simbolo sarebbe di proprietà di tre persone, soci fondatori del partito, ovvero lo stesso Umberto Bossi, il senatore Giuseppe Leoni e la moglie del capo Manuela Marrone, ognuno con una quota del 33%. Da Forza Italia, per “aiutare” la Lega in difficoltà economica alla fine di due decenni fa, era arrivata una fideiussione di due miliardi di lire.

Insomma, il simbolo sarebbe ancora saldamente nelle mani dei lumbard. Ed oggi, di fronte all’evidente spaccatura nel Carroccio, del cosiddetto “cerchio magico”, la corrente che fa capo alla Marrone. Cosa cambia? Che le tre quote potrebbero passare tutte (o almeno due su tre) a Renzo Bossi detto il Trota. Una strategia, sostengono i maroniani, per tenere sotto controllo il partito. Se non dal punto di vista politico, almeno in un altro modo. Dicono “patrimoniale”. Se la tesi fosse vera, e i maroniani giurano di sì, verrebbe alla luce in modo sempre più concreto quello che i detrattori del cerchio magico vanno dicendo ormai da un anno e mezzo a questa parte: «Vogliono usare il partito come un’eredità di famiglia da tramandare da padre in figlio, senza tenere conto della democrazia interna».

Ma, accanto al simbolo in questione, il cosiddetto “simbolo federale”, ci sono appunto quelli delle diverse Leghe nazionali, che vanno da tutte le regioni del Nord fino all’Abruzzo e alla Sardegna (in tutto sono 15).

Il partito nacque nel 1989 con una federazione tra i primi movimenti autonomisti che facevano parte dell’Alleanza Nord, ovvero Lega Lombarda, Liga Veneta, Piemont Autonomista, Union Ligure, Alleanza Toscana, Lega Emiliano Romagnola, Friuli e Trieste. La partita principale si gioca sulle due più potenti, ovvero Lega Lombarda e Liga Veneta. Se la prima è probabilmente anche quella “di proprietà” della famiglia, lo stesso non si può dire della seconda.

e.marletta

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