Coach violento con un minorenne I Rams: «Dovevano fermarlo prima»

Malpensa – Duro atto d’accusa da parte dei Rams, in merito alla vicenda di Maurizio Franco Vismara, allenatore di football americano delle giovanili dei Seamen, e che ora si trova in carcere a Busto Arsizio per violenza su un minore. Il ragazzo minorenne è stato seviziato in aeroporto davanti a tutta la squadra: un rito di “iniziazione” da pelle d’oca.

Vismara negli ultimi anni era stato già sanzionato dal giudice federale della Fidaf, come scrivono i Rams sul loro sito, ma non è mai stato allontanato dalla dirigenza dei Seamen Milano. L’atto d’accusa dell’altra squadra milanese è chiaro e diretto. Le intemperanze, le scorrettezze e i comportamenti antisportivi erano noti, e dopo la squalifica della Fidaf di quattro mesi, dicono i Rams, «la dirigenza Seamen decide di lasciarlo al suo posto. Il giudice aveva avvertito, noi avevamo avvertito, fummo tacciati di faziosità», come si legge sul sito.

La società si chiede perché qualcuno non sia intervenuto quel giorno a Malpensa «per spiegare ai ragazzi che vincere non è tutto e che aiutare un compagno di squadra costretto a subire queste vessazioni, anche a costo di non giocare, voleva dire aver capito perché si gioca a football americano», scrive il presidente dei Rams, Paolo Crosti. Successivamente alla squalifica, al coach era stato affidato il settore giovanile dei Seamen, nonostante il parere negativo di alcuni, a costo delle dimissioni.

Vismara era anche docente alla Cattolica di Milano, Scienze Motorie, insegnava flag football. Il corso permette il rilascio agli studenti universitari di un tesserino per poter insegnare a loro volta nelle scuole (un po’ come il minibasket o il minivolley). L’università ha appreso la notizia ieri e ha verificato la posizione di Vismara. Il corso biennale doveva partire a febbraio. Fanno sapere dall’ufficio stampa che non è un docente della Cattolica ma fa parte del cosiddetto personale esterno, contrattualizzato quindi in modo differente, e nominato su segnalazione (in questo caso delle federazione).

Ma è sulle giovanili, e soprattutto su una squadra femminile, che insistono i Rams: «Qualcuno mi spiega come mai gli si è anche permesso di fondare la squadra femminile affidandogli la conduzione?». E ancora Crosti: «Come mai i dirigenti dei Seamen non sono intervenuti all’aeroporto per fermarlo ma si sono limitati a filmarlo?».

Non si fa attendere la replica di Marco Mutti, presidente dei Seamen Milano: «Non sapevamo nulla. Abbiamo fatto sempre tutto il possibile per i ragazzi, per formarli e per farli giocare a football. Appena appresa la notizia, da un altro allenatore, sono subito intervenuto, contattando la questura. Ci è stato detto che per prima cosa dovevamo informare la famiglia e successivamente alla loro denuncia potevamo unirci a loro. È quello che abbiamo fatto. Sia i legali che la polizia ci hanno detto di non fare comunicati stampa, perché le indagini sono ancora in corso. La sera che l’ho saputo sono stato male: sto trattenendo da giorni quello che provo. Siamo pronti a querelare chiunque dica il falso. Stiamo dando il supporto psicologico necessario ai nostri ragazzi. Immediatamente l’allenatore è stato licenziato e buttato fuori squadra».

E non è tutto: «Dieci ragazzi, di cui otto maggiorenni, hanno lasciato la squadra perché in disaccordo con la mia decisione. Questo per far capire quanto ogni allenatore sia carismatico per i ragazzi. Questa persona», conclude Mutti, «ha danneggiato la nostra immagine».
Francesca Amendola

p.rossetti

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