Sara ha vinto due volte Campionessa di vita e sport

VARESE Sara Ghiselli, bizzozerese di 30 anni, atleta dell’Asa Varese, è campionessa due volte. La prima sulle piste da sci: con la maglia azzurra si è distinta nei mondiali Fisdir (federazione italiana sport disabilità intellettiva relazionale). La seconda nella vita: grazie allo sport è riuscita a combattere una forma di autismo che da bambina la isolava dal resto del mondo.
«Ora ho tanti amici in Grecia, North Carolina, Alaska, Francia e Turchia» dice Sara raggiante,

guardando i muri della sua casa completamente tappezzati di medaglie e di foto che la ritraggono sulla neve, con gli sci ai piedi.
Il traguardo sportivo più importante lo ha raggiunto nei mondiali del 2010, a Ponte di Legno, vincendo due argenti nello slalom gigante e speciale. «Faceva un freddo pazzesco e la pista era brutta» commenta l’atleta, ripensando ai meno 16 gradi con cui ha dovuto gareggiare.
Gli ultimi mondiali, invece, si sono svolti in Turchia, a Erzurum, nel marzo scorso, dove Sara ha portato a casa un sesto, settimo e ottavo posto. «Lì c’erano sassi, vento e mucchi di neve – continua la campionessa – Le piste erano orrende, ma non mi hanno spaventato».
Non essendoci la neve a Varese, Sara ha a disposizione un trainer privato. E poi ci sono gli allenamenti di nuoto due volte alla settimana, con l’allenatore Luciano Piatti che è da 27 anni volontario Asa. I genitori seguono la figlia in tutte le trasferte. «Che emozione ai mondiali – racconta mamma Maria Assunta – Solitamente, nella cerimonia di fine giochi, i ragazzi sono abituati ad andare in mezzo al campo a ballare: il rigore che c’era in Turchia lo ha vietato in un primo momento. Salvo poi cambiare idea, ma per poco tempo».
«Vorremmo che la storia di Sara fosse di stimolo per le famiglie che si trovano nella nostra stessa condizione, che non sanno da che parte voltarsi, che hanno paura di non riuscire a farcela da sole – commenta il papà Bruno – Solo chi è dentro a un problema riesce a capire che cosa si prova e lo sport ha aiutato davvero Sara a sfogare energie e guadagnare serenità».
Non solo, la tranquillità ha permesso alla giovane di dare risposta alla sua grande voglia di imparare. Grazie alla forza di volontà è riuscita a ottenere un lavoro part time alla BTicino.
«La crescita di mia figlia è frutto di un percorso che abbiamo fatto insieme, io ho lasciato il mio lavoro di infermiera per seguirla – continua la mamma – La cosa che fa dispiacere è che da parte delle istituzioni non arrivi alcun aiuto. La strada che ha percorso Sara è accessibile solo a chi ha alle spalle una famiglia disposta a investire tempo e soldi. Abbiamo avuto momenti di sconforto, ma adesso possiamo dire che abbiamo ottenuto molte soddisfazioni. Sara, con la sua tenacia, ci ha dato una lezione di vita senza pari».
Adriana Morlacchi

s.bartolini

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