Lega, Bosina nel mirino dei media Tra i genitori montano rabbia e paura

VARESE Riflettori puntati sulla Scuola Bosina. Telecamere e giornalisti ieri mattina hanno atteso l’ingresso dei bambini e i genitori imbufaliti hanno chiamato la Polizia.
Oltre all’incertezza sul futuro dell’istituto, adesso si è aggiunto anche l’imbarazzo nel portare i bambini a scuola. I genitori dei piccoli che frequentano l’istituto di via Stadio ieri erano spaesati. «Siamo scesi dalle auto e i giornalisti ci hanno tempestato di domande – spiegano – Noi però non sappiamo nulla di più

di quanto abbiamo letto sui giornali». Ovvero che le attività della scuola fondata dalla moglie di Umberto Bossi, Manuela Marrone, sarebbero state finanziate dal partito con i rimborsi elettorali.
«Rientriamo oggi dalle vacanze e non sappiamo cosa dire – continuano i genitori – chiederemo spiegazioni alle insegnati». Anche loro però non hanno saputo dire granché. «Il clima che si respira a scuola non è dei migliori. Le maestre per noi che le conosciamo sono preoccupate e preferiscono non parlare. E non ho visto nessuno della direzione in giro oggi. Aspettiamo anche noi novità».
Notizie che potrebbero arrivare già lunedì, data in cui i dirigenti scolastici si sono messi a disposizione dei genitori per chiarire eventuali dubbi. «Ci siamo riuniti questa mattina – racconta una rappresentante di classe – e abbiamo deciso di organizzare un’assemblea per discutere con i genitori». Nulla di più è dato sapere su quanto si siano detti i dirigenti e i rappresentanti dei genitori. «Ci hanno dato un foglio in cui ci invitano lunedì alle 18 a una riunione – raccontano i genitori all’uscita da scuola – Siamo molto spaesati perché è una situazione insolita». All’ingresso della scuola intanto è stata messa una “guardia” che tiene lontani i curiosi.
E anche il numero oggi in edicola di Panorama torna a parlare di scuola Bosina. Lo fa attraverso il nome di Fabrizio Iseni, 47 anni, militante del Carroccio e direttore amministrativo del Gruppo Iseni Sanità, casa di cura accreditata non contrattualizzata di Lonate Pozzolo, definito «intimo del cerchio magico e finanziatore dell’istituto» fondato dalla moglie di Bossi.
Iseni, viene indicato anche come «l’organizzatore dell’edizione 2009 del mondiale di calcio delle nazioni non riconosciute, di cui Renzo Bossi era team manager». Con lui, il figlio del Capo, «era anche al giro ciclistico della Padania e insieme hanno promosso la cooperazione e gli investimenti italiani in Costa D’Avorio, il paese africano di cui Iseni è console onorario a Milano».
Sempre secondo Panorama, sarebbero state emesse proprio dalla clinica di cui Iseni è direttore amministrativo fatture intestate al secondogenito del Senatur. Fatture che sarebbero state saldate dal partito.
«Per quanto riguarda la Bosina – replica Iseni – due anni fa avevo ritenuto opportuno dare una borsa di studio nominale ad alcuni ragazzi che si erano particolarmente distinti. Come fondazione, annualmente istituisco premi o riconoscimenti per personalità meritevoli. Quella volta avevo ritenuto di devolvere una cifra simbolica a degli studenti».
Diversa la questione sanitaria: «Ciascuno ha diritto di curarsi dove vuole. E non posso certo dire se Renzo abbia effettuato o meno delle prestazioni in clinica. Si tratterebbe di una palese violazione della legge sulla privacy sanitaria» replica Iseni, che conferma: «Conosco da anni Renzo, così come tante autorità politiche, anche in quanto console della Costa d’Avorio». A proposito del paese africano, «si era discusso di cooperazione ma il discorso non venne portato avanti perché evidentemente non ci sono stati ad oggi i presupposti».

s.bartolini

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