Pesce siluro al mercato Ma i pescatori non ci stanno

VARESE Questa mattina, sui banconi del mercato ittico di Milano, sono arrivati gardon, pesci siluri e carassi pescati in provincia di Varese. Si tratta di pesci low cost poco consumati in Italia, ma apprezzati nell’Europa dell’est.

«Oggi prende il via un’iniziativa regionale di cui Varese è capofila – spiega Bruno Specchiarelli, assessore provinciale alle politiche agricole – Al momento è difficile stimare la ricaduta commerciale di questa operazione. Valuteremo nelle prossime settimane quanto pesce sarà venuto al mercato e quale sarà la quantità di pesce che riusciranno a fornire i pescatori varesini, ai quali si offre un nuovo mercato».

L’opportunità – ad oggi sfruttata dai pescatori che lavorano sul lago Maggiore e di Comabbio – è aperta anche al lago di Varese. Ma la cooperativa dei pescatori che ha sede a Calcinate del Pesce non parteciperà, almeno per ora.

«Non ne vale la pena perché non è una cosa redditizia – spiega il presidente Natale Giorgetti – Il pesce ci verrebbe pagato 50 centesimi al chilo. Ciò significa che, per prendere 50 euro al giorno, dobbiamo pescare un quintale di pesce. Il che non è sempre possibile (attualmente, se ne pescano circa 3 quintali e mezzo alla settimana). Inoltre ci si chiede pesce perfetto, allineato in apposite cassette, coperto da ghiaccio fine. Insomma, ci viene richiesto un grande lavoro a fronte di un compenso minimo».

La provincia, da qualche anno a questa parte, stanzia un budget annuo di circa 15 mila euro per smaltire i pesci che infestano il lago di Varese (come, appunto, i gardon, i siluri e i carassi). «L’apertura al mercato ittico non esclude che venga stanziato il budget per lo smaltimento dei pesci infestanti. I fondi, però, potrebbero essere ridimensionati qualora il pesce nel lago di Varese diminuisca» chiarisce Specchiarelli.

«Siamo sempre stati noi ad occuparci dello smaltimento dei pesci, portandoli all’inceneritore – dice Giorgetti – La provincia ci dà 90 centesimi al chilo e ce ne rimangono in tasca 77. Il vantaggio è che tutto il pesce catturato con le reti finisce all’inceneritore, anche il pesce rovinato o morto. Invece il pesce, per andare al mercato ittico, deve essere perfetto. Di tutto il pescato, di conseguenza, si può vendere per il consumo solo una piccola parte, che ci viene pagata meno del pesce che finisce al macero».

«Noi pescatori siamo troppo anziani, anche per questo motivo non abbiamo aderito all’iniziativa della provincia – aggiunge Gian Franco Zanetti, un altro pescatore che lavora sul lago di Varese – Cinque di noi passano i 75 anni di età, il più giovane ha superato i 46 anni. Penso che, sul totale dei pescatori della provincia, siano stati due o tre ad aderire. Gli altri non se lo possono permettere».

e.marletta

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