Crisi choc alla BTicino Mobilità per ottanta

VARESE Anche la BTicino si arrende alla crisi e da questa mattina avvia la procedura di mobilità per 84 dipendenti sui 1.200 in attività nello stabilimento varesino.
L’annuncio ieri pomeriggio durante l’abituale incontro trimestrale con le parti sociali. «Dovevamo parlare come sempre dei risultati e dell’andamento della produzione stabilimento per stabilimento, ma l’azienda ha annunciato la mobilità e non sembra intenzionata a prendere in considerazione le soluzioni alternative che abbiamo proposto per evitare che si perdano posti di lavoro»,

ha raccontato a fine riunione la segretaria provinciale della Fiom di Varese, Stefania Filetti.
La sindacalista ha subito chiesto a BTicino un secondo incontro, il prossimo 18 settembre, per discutere nel dettaglio dati e decisioni annunciate ieri pomeriggio. Alla base della decisione di BTicino di ricorrere alla mobilità per un dipendente ogni 14 c’è la crisi dell’edilizia civile, vale a dire il destinatario per eccellenza dei prodotti BTicino che escono dallo stabilimento di Varese.
I cantieri hanno subito una forte battuta d’arresto tra il 2008 e il 2009 «ma ora siamo quasi alla paralisi – spiega Filetti – e alla ripresa annunciata dal nostro premier Monti per il 2013 sembrano crederci in pochi. Non le aziende, e certamente non BTicino». L’azienda varesina specializzata nella produzione di impianti elettrici a uso civile giudica la contrazione della domanda un dato che non è più congiunturale ma strutturale.
Da qui la scelta di abbandonare la politica adottata sinora per rallentare la produzione, come il ricorso a ore di cassa integrazione ordinaria o accompagnamenti alla pensione. Ora il provvedimento è drastico: bisogna ridurre il personale. Il sindacato dei metalmeccanici ovviamente non condivide l’analisi di BTicino e propone all’azienda una serie di soluzioni alternative che permettano di mantenere i posti lavoro.
A cominciare dai contratti di solidarietà per cui si lavora meno ma si lavora tutti con uno stipendio lievemente inferiore, è vero, ma comunque più alto di quello garantito dalla cassa integrazione.
La riforma delle pensioni, che ha posticipato di un paio d’anni l’uscita dal mondo del lavoro rende più difficile la possibilità di ricorrere all’accompagnamento alle pensioni «ma sono anche queste soluzioni di cui intendiamo verificare l’applicabilità non appena l’azienda ci fornirà un quadro più preciso della situazione».
A snocciolare i dati circa i livelli di produzione e i carichi di lavoro, servirà l’incontro chiesto dai sindacati per la settimana prossima, ma intanto la proposta delle parti sociali di sospendere il procedimento in attesa di una verifica è stata respinta: BTicino aprirà oggi la procedura.

s.bartolini

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