Le Poste tagliano sportelli Varese ce ne rimette otto

VARESE Tagli e disagi in vista per il cittadino: ottantatré Comuni della Lombardia rischiano di perdere gli uffici postali.
Nella provincia di Varese l’ipotesi di chiusura interessa otto sportelli: Creva per Luino, Cuasso al Piano per Cuasso al Monte, Trevisago per Cocquio, Valganna, Corgeno per Vergiate, Malpensa 2000 per Ferno, Tornavento per Lonate Pozzolo.
L’ottavo ufficio postale da sacrificare è nel Comune di Varese: la scure cadrà sul Sacro Monte. Dove lo sportello è

già chiuso, ma sulla cui riapertura i 130 residenti (comprese le 32 romite) non hanno mai smesso di sperare (tanto più considerando che l’80% degli abitanti del borgo ha più di 80 anni).
Oggi a Roma ci sarà un incontro tra i vertici dell’azienda e i sindacati. Al centro del dibattito la trattativa che prevede la chiusura dei piccoli sportelli in Lombardia e in tutta Italia.
Preoccupa anche la sorta dei dipendenti: su 21 mila, mille rischiano di perdere il lavoro. «Questo problema si inserisce in un contesto generale dove le persone fanno sempre più fatica – dice Carmela Tascone, segretario generale di Cisl Varese – La riorganizzazione delle Poste c’è già stata e ha portato alla luce come la riduzione degli sportelli rischia di tradursi in disoccupazione, senza alcuna efficacia per quanto riguarda il servizio per il cittadino».
La Cisl promette battaglia per limitare i disservizi e tutelare le fasce più deboli della popolazione. È già in corso lo stop degli straordinari e i sindacati annunciano uno sciopero per il 12 ottobre.
La “razionalizzazione degli uffici postali” coinvolgerà i piccoli uffici. Il primato spetta a Mantova: la sforbiciata potrebbe interessare 26 sportelli aperti al pubblico. Seconda Brescia, con 16 sportelli. Varese è al quarto posto, con otto uffici postali. Poi Lecco con quattro, Cremona e Bergamo con tre e Lodi con uno. Come tamponare i disagi? Sergio Ghiringhelli, assessore al Commercio per il Comune di Varese, sta pensando a una soluzione ad hoc per il Sacro Monte. «Poste Italiane, da quando sono diventate Spa, stanno tagliando i costi come se l’unica logica da considerare fosse quella del denaro – dice – Sono però d’accordo sul fatto che non è conveniente tenere aperto un ufficio postale al Sacro Monte per poche persone. Sto lavorando per coinvolgere un’attività commerciale (probabilmente l’Emporio) e farle fare da tramite tra il cittadino residente al Sacro Monte e le Poste. Ho già avuto alcuni colloqui con il nuovo direttore delle Poste di Varese: stiamo ragionando su come fare a trovare una soluzione».
Secondo Ghiringhelli il problema delle Poste rispecchia quello che sta succedendo in Italia: «Le Poste devono essere un servizio prima che una spa, non è giusto che la logica del risparmio provochi danni al cittadino. Si parla di risanamento, ma poi ci va di mezzo Pantalone». «Che senso ha chiudere per contenere i costi, se poi il danno lo vive la vecchietta che deve andare a prendere la pensione?» conclude l’assessore.

s.bartolini

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