Prime baruffe al Pirellone Cantù litiga con Mantovani

VARESE Primi dissensi a Palazzo Lombardia: l’assessore varesino Maria Cristina Cantù contro Mario Mantovani (Pdl) per la spartizione delle competenze dei rispettivi assessorati. E sulle nomine negli enti e nelle società regionali le fibrillazioni all’interno della maggioranza rischiano di acuirsi ulteriormente.
È già finita la luna di miele del neo-governatore Roberto Maroni? In giunta si è già palesato il primo scricchiolio, e proprio per l’impuntarsi di una maroniana di ferro come Maria Cristina Cantù, la fedelissima che Bobo ha voluto con sé

all’assessorato alla famiglia e alla solidarietà sociale, unica varesina nella squadra di Maroni. A provocare il dissenso della Cantù sarebbero state le divergenze con l’assessore alla sanità Mario Mantovani, vice-governatore, nell’attribuzione di alcune deleghe in ambito socio-sanitario che stanno sul confine tra i due assessorati. Così sulla delibera relativa ai “provvedimenti organizzativi”, che tra l’altro ha stabilito altre nomine interne, come quelle dei vicedirettori generali e dei dirigenti dei “Pirellini”, le sedi territoriali sparse nelle varie province, la Cantù ha votato contro, facendo mancare l’unanimità. Il motivo, secondo i rumors riportati da Affaritaliani. è la «mancata approvazione di quanto necessario alla creazione del Fondo regionale a sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili».
Tradotto dal burocratese, l’assessora varesina chiede fondi per il proprio settore. A Maroni tocca mediare, ma le fibrillazioni potrebbero ripetersi sulle nomine degli enti e delle società regionali, altra partita delicata, in cui rientra anche un nome illustre come quello di Giuseppe Bonomi, che da Sea potrebbe traslocare verso l’ente Fiera o le Ferrovie Nord. E se il Movimento Cinque Stelle raccoglie curricula per proporre tecnici di fiducia, il Pd “vigila”, come sottolinea il capogruppo varesino Alessandro Alfieri. «Chiediamo merito e trasparenza, invece della solita lottizzazione. Scelgano anche gente orientata a centrodestra, purché siano in gamba». Andrea Aliverti

s.bartolini

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