Tuffi alla SchirannaScattano le multe

VARESE Cartelli segnaletici e controlli serrati in arrivo alla Schiranna per garantire il rispetto del divieto di balneazione e con questo la salute dei cittadini. Il comune di Varese è intervenuto con un’ordinanza sindacale che mette in campo tutti gli strumenti del caso, comprese polizia locale e guardie ecologiche, per evitare che colti da un’overdose caldo estivo i varesini prendano costume e asciugamano per tuffarsi nelle acque del frequentato lido varesino, purtroppo non ancora balneabile. Eppure è

atteso per settembre, alla fine di un monitoraggio lungo quattro anni e salvo smentite dell’ultim’ora da parte dell’Asl, l’inedito permesso fare il bagno in quella che fino a poco tempo fa risultava la località lacuale più stagnante della provincia. Niente bagnanti dunque, almeno per ora, ma in compenso nel lago sono tornate puntuali come ogni anno le alghe. Con il caldo intenso di questi giorni spezzato solo dei temporali serali e complice il livello molto basso delle acque, da una settimana circa stanno proliferando in ogni angolo dei comuni affacciati sullo specchio d’acqua varesino. Uno sguardo verso il basso è sufficiente a inquadrare il problema: acqua torbida e verdastra con una schiumetta sottile in superficie a ridosso delle rive.«Dipende dall’eutrofizzazione – spiega Marco Saroglia, biologo e docente all’Insubria – e questo vuol dire che ce le dovevamo aspettare quest’anno e che le avremo ancora per molto tempo. Per l’esattezza anzi sono destinate ad aumentare». L’alga, o meglio, la microalga nel caso del nostro lago, con il suo metabolismo provoca un abbassamento del livello di ossigeno peggiorando lo stato di eutrofia. «Di giorno comportano una iperproduzione di ossigeno a livello superficiale, di notte però abbattono molto più pesantemente l’ossigenazione sia sopra che in profondità, per cui il bilancio è decisamente negativo». Come fermarle? «Nell’immediato è impossibile. L’unica strada sarebbe un diserbante, ma vorrebbe dire buttarci del rame che inquinerebbe tutto il lago distruggendolo. Al limite si può andare in chiesa e accendere un cero. Pensando a risultati più differiti nel tempo invece si potrebbe riprendere il prelievo ipolimnico, ma è cosa nota a tutti e nessuno ha intenzione di farlo». Per la balneazione invece prevalgono in generale le perplessità, ma tutti confermano: la scelta dipenderà solo dall’Asl che a settembre comunicherà i dati rilevati. «Fino all’anno scorso li ho visti e non erano disastrosi ma certo non erano compatibili con la balneazione. Prima di pensare a fare il bagno però dobbiamo collettare davvero tutte le fognature». A spiegare la scelta di non riprendere il prelievo ipolimnio è l’assessore provinciale Luca Marsico: «Se dovessimo capire che è utile lo faremmo sicuramente, fatto sta che per ora quando ha funzionato ha dato esiti positivi ma troppo deboli, di certo non all’altezza di giustificare almeno i costi di funzionamento: non me lo sto inventando io ma lo hanno verificato i tecnici dell’Osservatorio sul lago».
Francesca Manfredi

e.marletta

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